‘Su questa vicenda si è ricamato e si è strumentalizzato in danno delle persone coinvolte e delle loro famiglie e delle attività ed aziende che fanno riferimento al Gruppo Romeo, alimentando una contaminante e pericolosa immagine fortemente pregiudizievole e immeritatamente dannosa sul mercato”. É quanto afferma una nota dell’azienda dopo che la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza con cui l’imprenditore Alfredo Romeo era stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto nell’inchiesta sugli appalti ‘Global Service’. ”Un presunto appalto quello del Global Service che non ha mai avuto luogo” rileva la società. L’imprenditore, dice ancora la società, è stato assolto ”definitivamente ‘perché il fatto non sussiste’. ”Dunque il mostro non c’è più – commenta Alfredo Romeo – Ma nell’uscire da questa vicenda ovviamente sollevato per il tanto auspicato riconoscimento della mia totale estraneità ai gravi fatti di rilievo penale ingiustamente attribuitimi dalla magistratura, non posso non segnalare come queste accuse infondate siano state continuamente riprese e rilanciate in modo deviante e strumentale da molti media. Mi auguro perciò che questi ultimi, anche per semplici ragioni di equità, possano ora contribuire in modo decisivo a ristabilire il corretto clima di fiducia intorno alla mia persona, al percorso imprenditoriale che rappresento ed alle aziende del mio gruppo”. ”Resto convinto – dice ancora Romeo – che la verità prima o poi trionfi sempre e che quindi l’impegno e la tenacia debbano essere sempre gli elementi essenziali per un corretto ed efficace sviluppo imprenditoriale, che, mi auguro, possa in futuro essere aiutato nella direzione della creazione di una maggiore ‘ricchezza’ (economica, culturale e sociale) per tutti, anche dal definitivo superamento dei vincoli e delle contraddizioni che caratterizzano il farraginoso funzionamento della pubblica amministrazione italiana, la cui profonda ristrutturazione resta, a mio avviso, il punto centrale per la ripresa produttiva del Paese in tutti i settori”. Il processo è durato – si legge nella nota – circa sei anni ”nonostante la richiesta del rito abbreviato, ed era impostato sull’ipotesi di ben 22 reati, che invece la Cassazione ha azzerato senza rinvio, con una decisione di alta valenza giuridica, bocciando l’intero impianto accusatorio”. ”Da segnalare ancora – si afferma infine nella nota della Romeo – che il pregiudizio alimentato da questo processo, e successivamente dall’ingiustificato tam-tam mediatico ad esso correlato, ha procurato anche un danno oggettivo al mercato dei servizi per i cittadini che invece di avere per interlocutori aziende fortemente specializzate, hanno visto e subìto il progressivo degrado degli stessi servizi a loro destinati, con processi di internalizzazione approssimativi e insufficienti”.