Opg con i giorni contati. Questa potrebbe essere la volta buona per cancellare definitivamente gli ospedali psichiatrici giudiziari, tra cui anche quelli di Aversa e Napoli, dall’ordinamento italiano. Il governo ha comunicato al parlamento che intende rispettare “ la scadenza del 1 aprile 2015”. Se necessario, attivando “la procedura di commissariamento da parte del Governo per quelle Regioni che a tale data non sapranno garantire il completamento delle iniziative necessarie per la presa in carico dei soggetti dichiarati dimissibili e di quelli non dimissibili”. Sono le conclusioni contenute nella seconda Relazione trimestrale sullo stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli Opg, inviata ieri al Parlamento dai ministri della Salute e della Giustizia. Il piano prevede per i soggetti dichiarati dimissibili l’affidamento ai dipartimenti di salute mentale (Dsm) delle Regioni di residenza. I non dimissibili saranno invece accolti e assistiti presso strutture residenziali appropriate (Rems), conformi ai requisiti previsti dal decreto ministeriale 1 ottobre 2012. Gli Ospedali psichiatrici giudiziari ancora operativi sul territorio nazionale sono 6: al 30 novembre scorso vi risultavano detenute 761 persone. La relazione prende atto del fatto che, per quanto riguarda il trasferimento degli internati, “sarebbe impossibile adempiere al dettato normativo della chiusura degli Opg alla data del 31 marzo 2015, se si attendesse il completamento delle Rems”, ossia strutture residenziali ad hoc, a suo tempo prefigurato dalle Regioni. Si è quindi “convenuto sulla assoluta necessità di individuare con urgenza soluzioni residenziali ‘transitorie’, in strutture da identificare ed allestire in tempi contenuti” assicurando comunque gli interventi terapeutici necessari. A questo scopo, la relazione segnala due canali. Da una parte, l’utilizzo in via transitoria di strutture del privato accreditato al servizio sanitario regionale, rispetto a cui non ci sono “motivi ostativi”, “purché vengano garantiti i requisiti previsti”: in questo caso le risorse per l’allestimento delle strutture gravano sui bilanci regionali o su quelli degli entri proprietari. Dall’altra parte, c’è la possibilità delle Regioni di avviare i lavori di adeguamento delle strutture pubbliche, anticipando le risorse necessarie e accedendo poi ai rimborsi: il ministero dell’Economia ha dato la propria disponibilità a “collaborare al raggiungimento del risultato, senza porre ostacoli per questioni meramente formali o procedurali”.