Per numero di ricorsi presentati nel 2015, pari al 10,75 per cento del totale nazionale, la sede di Napoli del Tar si colloca in seconda posizione, alle spalle del Tar del Lazio. Lo ha evidenziato il presidente del Tribunale amministrativo della Campania Salvatore Veneziano nella sua relazione letta in occasione della cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. La cifra, comunque, testimonia un calo di circa il 2 per cento rispetto all’anno precedente. Un dato, ha spiegato Veneziano, conforme alla tendenza nazionale e ”probabilmente legato alla crisi economica, anche in considerazione dei costi di accesso alla giustizia amministrativa, e alle difficoltà della finanza pubblica che hanno limitato le attività e la capacità di speda della Regione e degli enti locali”. Per quanto riguarda le statistiche, si registrata una flessione in particolare in materia di Edilizia (-173 per cento) mentre sono in crescita i ricorsi in materia di accesso, pubblico impiego, servizio sanitario e appalti. L’impennata dei ricorsi relativi all’accesso agli atti ”è incomprensibile – ha detto il presidente del Tar – giacché non si ravvisano le ragioni che possano giustificare il comportamento inerte dell’amministrazione di fronte alle istanze di accesso dei cittadini in un’epoca di totale trasparenza e pubblicità amministrativa”. Sulla gestione dell’attività del Tar campano, Veneziano ha definito il 2015 un anno di transizione, mentre il 2016 si annuncia come un anno di cambiamenti. Dopo il 2014 in cui i Tar sono stati – ha sottolineato – nell’occhio del ciclone ”per una serie di rilievi critici e attacchi che ne ponevano in dubbio l’utilità e la stessa sopravvivenza” il 2015 ”può essere considerato un anno di transizione”. Un anno caratterizzato in primo luogo ”dalla indubbia attenuazione di quelle tensioni con il mondo politico-‘istituzionale” (è rientrata la soppressione delle sedi distaccate) nonché da un profondo ricambio generazionale dei magistrati”. Risultati positivi si sono ottenuti con la riduzione delle pendenze. Restano in problemi di organico ”che non potranno che condizionare negativamente il regolare e sollecito svolgimento dell’attività giurisdizionale, con tribunali e sezioni distaccate nei quali è già oggi difficile, e tra qualche mese diventerà impossibile, formare i collegi giudicanti”. A tale proposito Veneziano ha auspicato la definizione del concorso a 45 posti di magistrato Tar che tuttavia ”non appare prossima a causa di un lento e laborioso avvio e dei tempi tecnici imposti da una amplissima partecipazione. oltre 4000 domande”.