Il Tribunale del riesame di Napoli, accogliendo l’appello dei difensori Vincenzo M. Siniscalchi e Gaetano Balice, ha disposto l’annullamento della misura interdittiva con nomina di amministratore giudiziario nei confronti della società Ibi Idrobioimpianti s.p.a.. Il provvedimento era stato emesso nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella costruzione della discarica di Chiaiano da parte di ditte ritenute legate al clan dei casalesi. A marzo il gip dispose la custodia cautelare in carcere per i titolari della società Edilcar (Giuseppe Carandente Tartarglia) e Ibi (Antonio D’amico) con l’accusa di aver ottenuto l’appalto dal Commissario straordinario rifiuti per la realizzazione e la gestione della discarica grazie ad influenze camorristiche riconducibili al clan Zagaria. Il Riesame annullò i provvedimenti di arresto rilevando la carenza di indizi sul punto della influenza camorristica. Nelle settimane successive, la Dda chiese anche l’emissione dei provvedimenti interdittivi a carico delle numerose società coinvolte, disposta dal gip a carico della Ibi relativamente al solo capo di imputazione di truffa ai danni dello Stato. Il Riesame tuttavia ha rilevato che il reato in questione non era stato mai contestato ad Antonio D’Amico, titolare della azienda all’epoca dei fatti, e pertanto non si poteva procedere ad applicare la misura interdittiva alla società Ibi.


 

 

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