NAPOLI – La faida di Scampia, i disoccupati organizzati, la lotta alla criminalità. Sono solo alcune delle criticità presenti sul territorio napoletano che attendono al varco Francesco Musolino, reggino di 61 anni, neo prefetto di Napoli dopo esperienze a Crotone, Cosenza, Reggio Calabria e da ultimo, a Genova.
Stamane l’incontro con l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe e il governatore campano Stefano Caldoro, ai quali ha ribadito la necessità di lavorare in sinergia con un occhio particolare al sociale come chiave per agire contro la criminalità. “Nel corso del cordiale colloquio – si legge in una nota della Regione – il presidente e il prefetto hanno sottolineato la stretta collaborazione esistente tra la Regione e la Prefettura, ribadendo la necessità di intensificare ulteriormente i proficui rapporti tra le due istituzioni”.
Nel pomeriggio Musolino ha incontrato la stampa . “Sto ancora imparando – esordisce davanti a taccuini e telecamere – rispetto a una realtà complessa che conosco poco, ma posso dire che da calabrese sono lieto di tornare al Sud e che metterò impegno e passione in questa avventura”. Ma su un punto il neo prefetto mostra di avere le idee chiare, la necessità di intervenire sul sociale come priorità su cui puntare: “L’azione di prevenzione e di repressione – ha sottolineato Musolino che si porta dietro la fama di prefetto antimafia – vanno accompagnate da interventi sul sociale per attenuare alle radici i fenomeni criminosi. Questo non significa essere buoni – ha precisato – ma realisti perché le due cose vanno insieme. Ho incontrato anche i vertici delle forze dell’ordine che non possono essere l’ultimo anello della catena su cui scaricare tutte le responsabilità”. La discussione scivola inevitabilmente sulla faida di Scampia: “Militarizzare non è la soluzione – ammonisce il prefetto – bisogna agire a monte” e indica una paio di idee mutuate dalle sue precedenti esperienze in zone di ndrangheta e che conta di poter applicare anche in Campania. “A Reggio – ricorda – introducemmo con ottimi risultati il sistema Sciamano, una misura di controllo sugli appalti, applicata in particolare sulle grandi opere, come la Salerno-Reggio Calabria, che garantisce trasparenza sugli appalti e contrasta il fenomeno dei prestanome”. Si tratta di un programma informatico che fotografa nei dettagli tutti gli appalti attivi – compresi i subappalti – in modo che di ogni commessa pubblica siano noti i mezzi e chi lavora nei cantieri. Ma Musolino pensa anche alla centrale unica degli appalti, considerato uno strumento efficace per avere il quadro di quello che succede sul territorio. “Non ho la presunzione di pensare che quello che ha funzionato a Reggio Calabria possa andare bene anche a Napoli ma penso siano strumenti che se incastonati bene con misure per il sociale possono dare buoni frutti”. Intanto domenica si gioca Genoa-Napoli, un match che per il neo prefetto é tra passato e presente e qualcuno gli chiede per chi tiferà: “Nessun dubbio – dice – tifo Napoli e non da oggi, ma da quando c’é Mazzarri, uno che con la mia Reggina ha fatto benissimo”. Il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha ricevuto a palazzo Santa Lucia il neo prefetto di Napoli Francesco Antonio Musolino. All’incontro erano presenti i capi di Gabinetto Danilo Del Gaizo e Francesco Esposito.