Gli scavi di Ercolano sono stati chiusi alle 13 di oggi “a causa della carenza di personale di vigilanza”. La Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, in una nota, “nell’amareggiarsi per i disagi causati ai visitatori, sottolinea la criticità della situazione che da tempo ormai grava sui siti archeologici vesuviani”.
La condizione di Ercolano è complicata: sono disponibili 36 addetti alla vigilanza distribuiti su 5 turni (mattina, pomeriggio, notte, franco e riposo). Negli scavi di Ercolano si può disporre di un massimo di 67 custodi per turno per un’area di 4,5 ettari, dotata di tre ingressi, anch’essi da sottoporre a controllo. Numeri che consentono normalmente, si legge nella nota, “di garantire la tutela del monumento, ma non l’ottimale pubblica fruizione, obbligandoci nel migliore dei casi a un’apertura a rotazione di alcune delle più significative domus del sito”. Nella circostanza specifica verificatasi per il turno pomeridiano di oggi, è bastato che un’unità prevista per il servizio si sia assentata improvvisamente per malattia, rendendo impossibile per motivi di sicurezza l’apertura del sito. “La situazione spiega il Soprintendente Massimo Osanna è già all’attenzione del Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo e con il Ministro Franceschini si sta provvedendo a mettere a punto una convenzione Ales ad hoc per Ercolano, al fine di garantire una soluzione definitiva e assicurare oltre alla tutela anche la massima offerta di visita dell’area archeologica”.