“Napoli può diventare capitale del turismo entro dieci anni” – a dichiararlo è stato il Ministro Dario Franceschini e, se lo dice lui, forse c’è da fidarsi. Ma chi e come sta governando questo nuovo processo che vede il capoluogo campano invaso da turisti? In realtà, pare, nessuno. In termini di servizi la città sembra al collasso: corse della metropolitana che saltano, impianti che si fermano, riduzione delle corse serali del pullman ed in generale tempi d’attesa lunghissimi per tutti i mezzo del trasporto pubblico. Insomma, si campa alla giornata, di improvvisazione quotidiana. I turisti, tuttavia, continuano ad arrivare e tanto basta. Si può dunque davvero parlare di rinascita? E può considerarsi rinascita semplicemente l’incremento crescente dell’afflusso di turisti? Decisamente no. Possiamo, invece, già cominciare a contare i danni. Se da un lato l’aumento dei flussi turistici ha comportato verosimilmente un aumento di impiego di mano d’opera a vari livelli, dall’altro gli imprenditori e i titolari di attività commerciali e turistiche sono di certo ben allenati alla pratica del lavoro nero, sottopagato e fuori da ogni logica di sicurezza. Se così non fosse, negli ultimi due o tre anni, avremmo assisto ad un aumento esponenziale dei livelli occupazionali in città. Cosa che, a quanto pare, non sembra essere avvenuta. Invero nuove opportunità di lavoro stanno emergendo: ad esempio spuntano come funghi, riempiendo soprattutto il centro storico, attività di ristorazione, pub, take away, e similari. Così come iniziano a delinearsi nuove possibilità di impiego nell’ambito dell’accoglienza turistica: si ricerca personale che gestisca in ogni suo aspetto le innumerevoli struttura di B&B e case vacanza – il tutto facilitato anche dalla piattaforma Airbnb – che stanno spuntando in città. Un processo che, se non fosse in balia di chi detieni i capitali per specularvi, sarebbe di indubbio valore considerando la crisi occupazionale cronica che riguarda la città di Napoli così come tutto il sud in generale. Le paghe continuano ad essere irrisorie e di contratti neanche a parlarne. Per di più la città sembra ormai proiettata in pieno verso un processo di gentrificazione seppur non senza ostacoli e resistenze. I prezzi degli immobili in vendita nel centro storico stanno lentamente risalendo verso l’alto e buona parte delle vendite viene proposta come “ottima ad uso investimento”. Di conseguenza sono anche gli affitti ad aumentare costringendo gli abitanti dei quartieri storici ad allontanarsi sempre di più dal centro. Come già detto, fortunatamente, la città sembra avere più di un anticorpo e passeggiare per il centro storico di Napoli è ancora diverso dal passeggiare per il centro / vetrina della Capitale.

Luca Leva

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