Dopo essere stato ferito lo scorso 16 ottobre da persone affiliate a un clan rivale, sfidò i suoi avversari via Facebook, “postando” immagini di armi e frasi minacciose come “Il leone è ferito ma non è morto…”: la Squadra Mobile della Questura di Napoli ha fermato oggi l’autore di quelle provocazioni, Fabio Orefice, 31 anni, con l’accusa di avere sparato, lo scorso 12 dicembre, con un complice, alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di un pregiudicato affiliato a un clan rivale attivo nel quartiere Pianura. Orefice è accusato di detenzione e porto di armi da fuoco, reato aggravato dalle finalità mafiose. I “botta e risposta” tra Orefice (ritenuto dagli investigatori della Polizia di Stato contiguo al clan Mele) e i suoi avversari, sono iniziati proprio quel 16 ottobre, con il suo ferimento da parte di ignoti: tre colpi di pistola calibro 9 alla schiena. Scampato all’agguato, non perse l’occasione di “postare” su FB i suoi messaggi di sfida. Poco dopo nel quartiere periferico di Napoli si registrò una recrudescenza nella contrapposizione tra esponenti delle famiglie Pesce-Marfella e i rivali del clan Mele. All’agguato del 12 dicembre, di cui Orefice è ritenuto responsabile, ignoti risposero poco dopo la mezzanotte sparando numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione della madre del 31enne. Lo scorso 21 gennaio, infine, i suoi avversari si sono resi protagonisti dell’incendio della sua abitazione e di un’auto e una moto riconducibili ad alcuni suoi parenti.

 

 

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