“Genny era innocente”: una folla di composta da alcune centinaia di persone, tra cui bambini, ragazzi e mamme, sta prendendo parte al flash mob organizzato a Napoli dopo l’omicidio di Gennaro C., il giovane di 17 anni ucciso con un colpo di pistola in piazza San Vincenzo alla Sanità, la notte di domenica scorsa. La folla, battendo le mani, chiede “giustizia” per il ragazzo morto. “Giustizia, giustizia”, stanno dicendo i partecipanti alla manifestazione. In uno striscione, lungo una ventina di metri si legge “Genny vive”. “L’unico sbaglio era di quello di stare lì in quel momento – dice una donna – e per questo non si può essere uccisi”. “Precedenti? – continua la donna – tutti hanno sbagliato. C’è chi raccolta di una pistola: ma quale pistola, lui era un lavoratore, una vittima innocente”. Il flash mob si è trasformato in un corteo che sta attraversando le vie del quartiere: è sfilato anche davanti la casa del giovane dove è stato osservato un minuto di silenzio. I parenti del 17enne, in lacrime, sono scesi in strada e sono rimasti fermi dinnanzi il portone. I manifestanti hanno indossato anche magliette bianche con una foto del giovane. “Sono questi i ragazzi del rione Sanità – urla un manifestante – e questo è un corteo pacifico per chiedere giustizia”. “Lavoriamo tutto il giorno – racconta un ragazzo – e dopo usciamo. Genny quella sera è voluto rimanere, dicono che aveva una pistola, non è vero”. Un altro manifestante aggiunge: “lo Stato non ci tutela. Nessuno lo fa, nemmeno la Chiesa. Per la gioventù di oggi, cosa fanno? Niente”. “Non si può morire in questa maniera, è assurdo”: padre Alex Zanotelli, nella chiesa di San Vincenzo alla Sanità, a Napoli, parla così di Gennaro C., ucciso nella notte tra sabato e domenica scorsi. Accanto al flash mob si è svolto anche un corteo, con centinaia di persone, che è sfilato tra le vie del quartiere. Nella chiesa padre Zanotelli ha accolto i manifestanti: “dopo la messa in piazza sono venute delle mamme che ci hanno chiesto di sostenere una loro iniziativa – dice – pensavano a una fiaccolata, intanto siamo qui”. É stato anche proposto, da parte dei genitori, di esporre all’esterno della piazza le foto di tutti i ragazzi del quartiere per chiedere “che non accada più”. Lo striscione con la foto del ragazzo ucciso è stato esposto dietro l’altare della chiesa.

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