“Al momento non ci sono elementi formali, ma non mi sorprenderebbe se nel’arco di pochi giorni le notizie riportare dalla stampa trovassero un fondamento concreto, anche perche’ si tratta di una zona che in passato e’ stata teatro di vicende analoghe”. Cosi’ l’assessore alla Sicurezza del Comune di Napoli, Giuseppe Narducci, in merito alla possibilita’ che la camorra abbia imposto il ‘coprifuoco’ nel quartiere di Scampia in seguito agli agguati che si sono verificati a gennaio. Narducci vede delle analogie con quanto accaduto in quest’area di Napoli tra il 2004 e il 2005, con la faida che vide coinvolto il clan Di Lauro e gli scissionisti, spiegando che anche oggi “ci sono i prodromi di una guerra civile”.

Come e’ accaduto in passato, aggiunge, sono coinvolte “persone appartenenti agli stessi nuclei familiari che si dividono e scelgono se stare da una parte o dall’altra e ci sono state gia’ alcune vittime. In quel caso ci furono controlli rigidi del territorio, con posti di blocco armati per evitare l’accesso a determinate zone delle bande rivali e che coinvolsero anche i semplici cittadini”. Trattandosi di un quartiere come Scampia, per Narducci “non c’e’ da meravigliarsi se anche in questa fase si applicihino rigidi controlli, impedendo magari ai commercianti la chiusura anticipata dei propri esercizi”. Per questo e’ necessario “prestare particolare attenzione a quanto sta accadendo”.

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