Era un sistema criminale collaudato quello delle truffe agli anziani sul territorio nazionale, smantellato dalle forze dell’ordine. Alla base delle operazioni un noto clan di camorra, i Contini dell’Arenaccia, operante tra Napoli, Milano e la Spagna. I numeri dell’indagine “Condor”, eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Milano con il supporto dei militari dell’Arma di Bergamo e degli uomini della Squadra Mobile di Genova stanno, è incredibile. Ben 51 le persone accusate nel corso delle indagini dal gip della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ne fa la più grande operazione mai realizzata per questa specifica tipologia di reato. Scoperta una precisa gerarchia di ruoli, costituita da ben 11 tipologie diverse di truffatori, ognuno con i propri compiti. Dai “telefonisti”, ovvero i finti poliziotti, carabinieri e avvocati che contattavano l’anziano con la scusa di un presunto incidente stradale di un suo parente, agli “operativi” che prelevavano il bottino dagli anziani. I telefonisti cercavano i numeri delle vittime sulle pagine bianche concentrandosi di volta in volta in una determinata area geografica, in modo da ottimizzare le operazioni degli operativi. Questi ultimi, alla fine delle operazioni, venivano compensati con il 20 per cento del bottino. Per convincere l’anziano della veridicità dell’emergenza, il telefonista lo spronava a chiamare immediatamente il 112 per verificare l’accaduto, costringendolo nella trappola. Il truffatore, infatti, non agganciava, in tal modo la vittima, pur attaccando, restava collegato con il telefonista e quando telefonava il 112 rispondeva un secondo truffatore che si fingeva un carabiniere. Quest’ultimo ingannava definitivamente l’anziano convincendolo che tutto si sarebbe aggiustato se avesse consegnato oro e preziosi per pagare la cauzione. “Io li ho provati tutti e due sulla mia pelle – afferma un indagato nel corso di una intercettazione – sono andato sia sopra in casa che a telefono: andare in casa è una stronzata, perché già la trovi con i soldi in mano a quella, il mestiere lo fa chi si mette a telefono”. L’indagine sulle truffe agli anziani, durata quattro anni, è partita dalle verifiche dei carabinieri su alcuni clienti di un albergo di Colturano, nel milanese, luogo di partenza per le operazione dei truffatori. Ben 83 gli indagati e centinaia di intercettazioni, pedinamenti e incroci di tabulati. Ventitré gli arresti domiciliari e quattordici le persone con l’obbligo di presentazione alla stazione dei carabinieri. A capo dell’organizzazione Espedito Diana, 53enne, e Tommaso Cristiano, 38enne. Quest’ultimo ritenuto il referente del clan Contini.

 

 

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