Un provvedimento di divieto di svolgimento della professione è stato eseguito dalla Guardia di Finanza nei confronti del notaio napoletano Claudio De Vivo. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito di una inchiesta condotta dal pm di Napoli Giancarlo Novelli e coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino.

Secondo l’accusa, avrebbe usato a fini personali somme per registrazione atti. Il notaio ­ stando a quanto emerso dalle indagini ­ ha omesso di versare all’Erario le somme corrisposte dai clienti a titolo di imposta per la registrazione degli atti. I fatti si riferiscono al periodo tra il 2012 e il 2014, durante il quale il professionista si sarebbe appropriato indebitamente e temporaneamente di oltre mezzo milione di euro che, invece, doveva essere versato all’Erario. Dagli accertamenti è emerso che De Vivo ha impiegato una cospicua parte di quel denaro, versato dai clienti a titolo di imposta (che in base alla legge dovrebbero essere versati agli uffici finanziari entro 30 giorni dalla registrazione dell’atto) per fini personali, come il pagamento di canoni di leasing relativi a imbarcazioni e auto, acquisti di beni di lusso e esportazione di denaro all’estero. Gli investigatori hanno individuato numerosi conti correnti a lui riferibili dai quali emerge “una assoluta confusione tra il patrimonio personale e le somme riscosse nell’esercizio dell’attività professionale”.

 

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