E’ in corso lo sciopero nazionale degli infermieri proclamato dai sindacati di categoria Nursing-up e Nursind per il mancato rinnovo del contratto di lavoro del comparto Sanità. Disagi, affermano i sindacati, si prevedono negli ospedali e nelle sale operatorie, con la garanzia dei soli interventi di urgenza.
“Irricevibile – afferma il Nursing-up – la proposta del Governo di chiudere il contratto del comparto Sanità con la mancia degli 85 euro mensili, che dovevano costituire una base di partenza della discussione per il personale infermieristico, demansionato e invecchiato dal blocco del turnover”. É infatti “vergognosa – afferma il presidente Nursing-up Antonio De Palma – la bozza di un contratto al ribasso che non tiene conto di tutte le richieste da noi avanzate in questi anni. Da qui la decisione dello sciopero e la manifestazione in piazza Santi Apostoli oggi a Roma, per chiedere alle istituzioni un cambiamento serio”. Il sindacato “dice basta ai tagli lineari delle dotazioni organiche, alle deroghe indiscriminate alle ore di riposo giornaliere e al riposo settimanale, alla fuga dei giovani infermieri”. Tutto ciò, rileva De Palma, “a fronte della carenza di ben 63.000 infermieri che mancheranno all’appello al 2021, stando alle ultime proiezioni, e con l’aumento del 3% dei pazienti cronici e non autosufficienti”. Lo sciopero e la manifestazione di oggi hanno lo scopo di “dire ‘no’ a un contratto in perdita, peggiorativo rispetto al precedente sia sul piano economico sia dei diritti – sottolinea Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind -. Fermiamo la sanità italiana, ma sarà per garantire agli infermieri un lavoro dignitoso e ai cittadini un’effettiva qualità del servizio”. Il contratto del comparto Sanità riguarda oltre 500.000 lavoratori: tra questi gli infermieri, che rappresentano la componente più numerosa con circa 280.000 dipendenti del Servizio sanitario nazionale, e le professioni sanitarie come tecnici radiologi e di laboratorio.
Pasquale Ragozzino