Faccia a faccia con gli assassini del figlio in un’aula affollata di persone. Non ha retto all’emozione ed e’ crollata in un pianto disperato la madre di Lino Romano, ucciso per errore il 15 ottobre scorso nella faida tra la cosca della Vanella Grassi e i Marino-Abete-Abbinante, per il controllo dello spaccio nell’area nord di Napoli. Questa mattina si e’ celebrata la prima udienza in corte d’Assise, e i familiari di Lino erano presenti accanto ai loro avvocati; poco distante, i due che hanno scelto il rito ordinario e che sono ritenuti i sicari del giovane operaio di Cardito ucciso in piazzetta Marianella, sotto casa della fidanzata, scambiato per un pusher di primo piano della fazione nemica.
Imputati Giovanni Vitale e Giuseppe Montanera, accusati dai pentiti Anna Altamura, Carmine e Gaetano Annunziata, anche loro imputati e collegati in videoconferenza da un ‘sito protetto’. L’uomo che ha sparato i colpi mortali per Lino Romano, Salvatore Baldassarre, ha scelto di essere processato con il rito abbreviato. Il giudice ha accolto la costituzione di parte civile della famiglia del giovane, del comune di Napoli, della Regione Campania, dell’associazione ‘Polis’. Sono state rigettate le richieste del comune di Cardito e della fidanzata del 30enne assassinato. Questa mattina e’ stato anche ascoltato il primo testimone, un maresciallo dei carabinieri che ha ricostruito il contesto nel quale e’ maturato il delitto, tutte le fasi che hanno portato allo scontro armato tra i due gruppi criminali.