NAPOLI – Una trentina di persone, sulle 150 sfollate dopo il crollo di un’ala del palazzo della Riviera di Chiaia a Napoli, ha trascorso la notte nelle tende allestite da Croce Rossa e protezione civile nella vicina Villa Comunale. Si tratta di alcuni nuclei familiari che risiedono a Vico Antonio Serra, stradina adiacente al palazzo interessato dal crollo di ieri.

Tra loro anche anziani, bambini e una donna incinta. La municipalità di Chiaia ha provveduto alla cena fornendo settanta pizze. Ma il giorno dopo la loro rabbia per i disagi subiti è tanta: “non ci dormo più in tenda – dice Titina Fioretti, 81 anni – le stufe non funzionavano, le coperte non bastavano, mi sono congelata. Ho dormito senza cuscino, ci hanno portato qui alle due di notte e abbiamo avuto solo un po’ di latte caldo; mentre per la colazione dobbiamo ringraziare polizia e carabinieri che hanno ceduto le loro merende ai nostri bambini. Se continua così – conclude – stasera torno a casa mia, tanto stare qui equivale lo stesso a morire”. All’assistenza degli sfollati provvede il personale della Croce Rossa: ieri 50 volontari hanno fornito la loro opera, ma la preoccupazione principale – finché rimarrà gente in tenda – é rivolta a domani quando è attesa pioggia. “Nessuno ci ha detto niente fino ad ora – aggiunge un’altra signora sfollata con i suoi otto figli – su che fine dobbiamo fare. Siamo a digiuno e non ci possiamo lavare, nelle tende non ci torniamo. In questo momento ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, eppure siamo uomini e non bestie”.

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