Si è concluso con 43 condanne a pene varianti da venti a due anni di reclusione il processo alla cosiddetta “paranza dei bambini”, i clan composti soprattutto da giovani attivi nel centro storico di Napoli. La sentenza è stata emessa dal gup Nicola Quatrano che ha accolto in gran parte le richieste dei pm della Dda Francesco De Falco e Henry John Woodcock. Gli imputati sono stati riconosciuti responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, traffico e spaccio di droga ed estorsioni. Dieci le assoluzioni disposte dal Gup.
Venti anni di reclusione è la pena inflitta a Manuel Brunetti, Salvatore Cedola, Giovanni Cerbone, Vincenzo Costagliola, Giuseppe Giuliano e Ciro Vigorito. Sedici anni a Pasquale Sibillo, Antonio Giuliano e Guglielmo Giuliano, 14 a Luigi Giuliano junior e Manuel Giuliano. Tra gli assolti vi è Luigi Giuliano, soprannominato Zecchetella, difeso dall’ avvocato Claudio Botti. Alla cosca sono attribuiti veri raid che hanno sparso il terrore nei vicoli di Napoli nell’ambito dello scontro contro il gruppo Mazzarella. Costagliola è stato riconosciuto responsabile dell’omicidio Maurizio Lutricuso, giovane incensurato ucciso all’uscita di una discoteca a Pozzuoli per un banale litigio. Soddisfazione per l’esito del processo è stata espressa dai pm della Dda Francesco De Falco e Henry John Woodcock per i quali la sentenza conferma l’esistenza della ”paranza dei bambini” e afferma che si tratta di un clan di camorra, tra i più pericolosi. Al termine della sentenza da una gabbia un piccolo gruppo di imputati ha applaudito lanciando battute ironiche all’indirizzo dei magistrati.