NAPOLI – Il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato l’insussistenza degli indizi in relazione al reato di associazione per delinquere contestato dai pm al deputato del Pdl Alfonso Papa nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4.


I giudici hanno pertanto respinto l’appello dei pm contro l’ordinanza del gip il quale, nel disporre l’arresto del parlamentare, aveva escluso l’ipotesi del reato associativo. Papa (attualmente sotto processo davanti al tribunale di Napoli) fu detenuto infatti per concussione, corruzione e altri reati ma non per l’accusa di aver fatto parte di un sodalizio insieme con l’uomo d’affari Luigi Bisignani. Scrivono i giudici del Riesame (presieduti da Angela Paolelli) che “pur emergendo innegabilmente dagli atti la sistematica reiterazione di uno schema operativo” che vedeva coinvolti, tra l’altri, Papa e Bisignani, “in virtù del quale la rivelazione di notizie riservate apprese nell’esercizio delle rispettive funzioni pubbliche costituiva merce di scambio per ottenere utilità personali nell’ambito di più complesse e articolate operazioni di corruzione, concussione e favoreggiamento (non sempre compiutamente realizzate) non è ravvisabile la predisposizione di uno stabile apparato organizzativo, autonomo e indipendente dalla commissione delle singole condotte delittuose”. Ciò in linea con le indicazioni della Corte di Cassazione che aveva a sua volta respinto il ricorso dei pm rinviando il caso alla valutazione del Riesame e evidenziando quelli che sono gli elementi necessari perché sia sussistente il reato associativo. Nell’esistenza di uno “stabile apparato organizzativo” (che nel caso di Papa non è stato ravvisato) risiede infatti “la principale differenza tra l’associazione per delinquere e il mero concorso di persone nel reato, ancorché continuato”.

“La pubblica accusa subisce l’ennesimo colpo di scure. Non mi stupiscono gli ultimi pronunciamenti perché confermano la falsità delle accuse a me rivolte per le quali ho trascorso 101 giorni dietro le sbarre”. Così il parlamentare del Pdl Alfonso Papa commenta la decisione del tribunale del Riesame, che ha respinto il ricorso dei pm contro l’ordinanza del gip che escludeva la sussistenza del reato associativo nei confronti dell’imputato. “Il Tribunale del Riesame – dichiara Giuseppe D’Alise, uno dei difensori di Papa – ha confermato quanto sostenuto dalla difesa e accolto dalla Corte di Cassazione in merito all’insussistenza dei gravi indizi sia per l’associazione per delinquere in concorso con Luigi Bisignani e con alcuni componenti delle forze dell’ordine, sia sul tentativo di concussione ai danni di Giuseppe De Martino. Il Riesame ha inoltre escluso definitivamente l’ipotesi relativa alla ricettazione delle schede telefoniche”. “Confido nella magistratura e sono certo che la verità emergerà nel processo, come già sta accadendo – continua Papa – Dei 26 capi di imputazione inizialmente contestatimi oggi ne sopravvivono due relativi a episodi di concussione per un valore che eguaglia la metà del mio reddito attuale”. “Di questo mirabolante processo, che i giornalisti seguono assai poco, non perdo neppure un’udienza – conclude Papa – Ogni appuntamento con i miei ex colleghi di Napoli è un salto nel passato”.

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