“La politica criminale non spetta alla magistratura ma al Parlamento. Se il legislatore decide di scegliere la strada dei processi con imputati a piede libero lo può fare benissimo, ma se ne deve assumere le responsabilità anche sul piano delle ricadute sull’ordine pubblico. Se questo disegno di legge sarà approvato definitivamente nella versione del Senato, ci saranno conseguenze per quanto riguarda i reati da strada, come il furto, e per quelli contro la pubblica amministrazione”. Lo afferma al Messaggero, Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, sul ddl che riforma la custodia cautelare. “L’aver previsto – spiega Cantone -l’impossibilità per il giudice di dare misure cautelari in carcere o ai domiciliari, quando presuma che le pene irrogate possano essere inferiori a quattro anni, mi sembra una scelta troppo rigorosa. E anche pericolosa”. “Sarebbero esclusi – precisa – il furto e la gran parte dei reati da strada. Ma anche molti reati tipici dei “colletti bianchi”. La concussione,ad esempio: se l’imputato opta per il rito speciale, difficilmente si arriva a quattro anni. E poi vedo un altro paradosso: non sarà possibile chiedere gli arresti domiciliari neanche per i casi in cui, invece, in esecuzione della pena si potrà ottenere la detenzione domiciliare”