Parla di “una pesante ombra sulle modalita’ di gestione da parte del Comune di Napoli” il gip Micaela Curami nell’ordinanza di arresto per gli amministratori di Aip srl (azienda Italiana Pubblicita’), la societa’ milanese che per dieci anni ha riscosso i tributi nel capoluogo partenopeo e in altri comuni.
La “gestione” a cui si riferisce il gip nell’ordinanza di 85 pagine e’, in particolare, quella relativa al ‘servizio accertamento, liquidazione e riscossione dell’Imposta comunale Pubblicita’ e Diritti Pubbliche Affissioni”. Nel 2002, ricostruisce il gip, il Comune aveva risolto risolto il rapporto con AIP cambiando le modalita’ attraverso le quali gestiva e riscuoteva le affissioni pubblicitarie e aveva risolto anticipatamente il contratto con AIP. In attesa di costituire una societa’ mista cui demandare il compito di gestire queste tasse, il Comune aveva tuttavia affidato proprio ad AIP la gestione dell’attivita’ tra il 2002 e il 2004, ma, scrive il gip, “per tale periodo non risulta che alcun contratto sia stato sottoscritto tra il Comune di Napoli e AIP”. Successivamente era sorto un contenzioso tra l’amministrazione comunale e la societa’ per il periodo ‘senza contratto’ e AIP aveva riconosciuto il proprio debito nei confronti del Comune nella misura di 4 milioni e mezzo di euro “in relazione alla quale verranno riversate nelle casse del Comune solo un milione di euro, dal che deriva la contestazione di appropriazione indebita”. Tra gli indagati c’e’ anche Ida Alessio Verni, all’epoca direttore centrale sviluppo, commercio, artigianato e turismo del Comune di Napoli. I cinque arrestati sono Gabriella Amati, socia di AIP, Giorgio Martinato, amministratore delegato della partecipata Elpis, Roberto Toia, presidente della societa’ fallita, i coniugi Gabriella Amati e Angelo Maj.