Parla in un video, girato sembra con il suo cellulare e postato su Facebook ieri in tarda serata, Roberto Saviano. Lo fa al termine di una giornata che ha visto l’assoluzione dei boss e la condanna dell’avvocato Michele Santonastaso in merito alle minacce rivolte a lui e alla giornalista Rosaria Capacchione. Si dice “stanco” Saviano, “è sera e mi sembra già notte piena”. Ma dice anche che continuerà a combattere. Definisce “difficile commentare una situazione del genere, una cosa tipicamente italiana, a metà, senza coraggio”. E aggiunge: “Mi dispiace che in questi anni di vita così difficile e complicata ho sempre avuto la sensazione che i clan non avessero davvero la parte più forte del paese contro, avevano solo una parte del paese contro, e che ora sento di dire che è la parte del paese migliore. Ma l’altra parte anche se non connivente, silenziosa e, quindi, connivente”. La sentenza, dice Saviano, “per metà è stata importante, in realtà ha deluso molti”. “É stato condannato l’avvocato Santonastaso considerato responsabile di minacce camorriste fatte a me e a Rosaria Capacchione e quindi fatte per conto dei clan – dice – però i mandanti che hanno firmato il documento di legittima suspicione considerato dalla corte una minaccia, Iovine e Bidognetti, i boss, sono stati invece assolti”. Saviano ringrazia chi “con una preghiera, un messaggio Facebook, un tweet, un dono mi è stato vicino” e sottolinea “la parte importante di questa sentenza”, cioè “che le parole hanno fatto paura fino a minacciare di morte”. “Il pm antimafia Sirignano ha detto che indicare un nome di uno scrittore significa condannarlo a morte, per me c’è stato un brivido dietro la schiena ma ha significato anche sono vivo, voglio esserlo. Continuo a scrivere – ha concluso – contro quella alleanza fatta di zona grigia fatta di avvocati, imprenditori, giornalisti di certi ambiti locali sempre culturalmente connivente. Contro tutto questo mi batterò”.