In tre anni sei crolli negli scavi di Pompei e ieri l’ultima segnalazione dell’ennesimo sgretolamento: uno stucco di rosso pompeiano sgretolatosi nella Regio V, Ins II, numero 14. Il danno è sotto gli occhi del pubblico che visita gli Scavi e si affaccia in un retrobottega in Via di Nola. La città antica attende ancora l’arrivo del direttore generale, Giovanni Nistri, nominato dal ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, lunedì scorso, ma non ancora giunto a Pompei. E’ stato il suo vice, Fabrizio Magani, a effettuare il primo sopralluogo martedì pomeriggio. Intanto, sindacati, esperti e appassionati sollecitano le istituzioni affinchè si spendano i 105 milioni di euro di fondi europei per salvare le antiche domus, molte delle quali prive di manutenzione da anni, e per aprire i 39 cantieri di restauro previsti dal progetto Grande Pompei.

Finora ne sono stati aperti solo cinque ed è stato annunciato l’arrivo di cinque tecnici e venti funzionari del Mibac destinati ad affiancare Nistri nella sua azione. La preoccupazione per Pompei, però, non si attenua, soprattutto se si considera la sequenza di danni e crolli che hanno interessato uno dei siti archeologici più visitati del mondo. Dal clamoroso crollo della Schola Armaturarum, lungo via dell’Abbondanza, il 6 novembre 2010, le segnalazioni di nuovi cedimenti sono diventati sempre più frequenti. Il 30 novembre del 2010, è venuto giù un tratto di mura di cinta in tufo e calcare che circonda la Casa del Moralista. Il 21 dicembre 2011, è crollato un pilastro della Villa di Loreio Tiburtino. Il 27 febbraio 2012, è caduto al suolo l’intonaco non affrescato, di colore rosso, staccatosi da una delle pareti che si trovano nell’atrio della domus della Venere in Conchiglia. Poi, l’8 settembre del 2012, è crollata la trave di legno, di circa quattro metri, che era parte della copertura del peristilio di Villa dei Misteri. Infine, il 2 dicembre scorso, si è sbriciolato il muro di una bottega di via Stabiana; poi è venuta giù una parte di intonaco della Casa della Fontana piccola, all’ingresso della stessa. Ora lo stucco di rosso pompeiano.

 

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