Chiude il telefono appena si rende conto che i giornalisti tentano di parlarle. Il sindaco di Gragnano, Annarita Patriarca, e’ in riunione-fiume con i suoi fidati uomini di Giunta. Aveva presentato le sue dimissioni non appena il marito, Enrico Martinelli, ex-sindaco di San Cipriano d’Aversa, era stato arrestato.

Ma in citta’, si credeva che le dimissioni potessero rientrare. Invece, i consiglieri comunali vanno tutti a casa e, per giunta, con un’accusa infamante: infiltrazioni camorristiche. Il Comune di Gragnano e’ stato sciolto perche’, secondo la Procura che indaga sulle vicende di Martinelli, uomo di Nicola Cosentino che considerava i sindaci-coniugi due rampolli del Pdl, anche il piccolo comune dell’area stabiese sarebbe stato invischiato in interessi di camorra. Insomma, le attivita’ amministrative di Gragnano sarebbero state inquinate dal marito della figlia dell’ex senatore della Dc, Francesco Patriarca.

 

“Lo scioglimento del Consiglio comunale diGragnano deciso dal Consiglio dei Ministri di oggi dimostra che eravamo nel giusto quando abbiamo chiesto per primi l’intervento della Prefettura in seguito alle gravi accuse a carico del centrodestra al governo in quella citta’”. A dichiararlo e’ la senatrice del Pd Teresa Armato, componente della commissione Antimafia. “Ora bisogna lavorare intensamente per ricostruire un tessuto di legalita’ e dare diritto di cittadinanza alla buona politica anche nella citta’ della pasta”, conclude Armato.

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