NAPOLI – Cinque immigrati nordafricani protagonisti degli incidenti di stamani nell’ufficio immigrazione di Napoli sono stati arrestati. Nei loro confronti vengono mosse le accuse di danneggiamento aggravato di beni della Pubblica Amministrazione, lesioni aggravate a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.
Il questore di Napoli, Luigi Merolla, si è recato negli uffici immigrazione di via Galileo Ferraris teatro stamani di tafferugli tra una trentina di immigrati richiedenti asilo politico e la polizia. Il questore ha verificato di persona le condizioni degli agenti coinvolti, i danneggiamenti subiti dalle strutture e ricostruire l’accaduto con il dirigente dell’ufficio immigrazione Bianca Lassandro. In totale sono una ventina gli agenti che si sono fatti refertare al vicino Loreto Mare. Uno di questi presenta una frattura al setto nasale.
L’episodio è stato condannato dal Coisp. “E’ un fatto di una gravità inaudita – ha dichiarato Giuseppe Raimondi, Segretario Generale Regionale del Sindacato di Polizia Coisp – esprimo a nome mio e del sindacato che rappresento, la massima solidarietà ai colleghi feriti augurando loro una pronta guarigione. Sta diventando una guerra tra poveri, da una parte gli uomini e le donne della Polizia di Stato e delle altre forze del Comparto Sicurezza, tartassati da una politica assurda che sta portando all’annullamento della sicurezza, e dall’altra cittadini, operai, extra comunitari esasperati da una crisi mondiale che ingiustamente vede nelle divise il nemico da combattere. “
“In questi giorni- conclude Raimondi – abbiamo avuto chiari segni di risveglio delle coscienze da parte dei leaders dei maggiori partiti politici italiani, che hanno ricordato al presidente Monti che la sicurezza è un investimento e non un costo e che pertanto in essa va investito e non tagliato; ci auguriamo che non restino solo slogan elettorali ma diventino davvero la base della prossima legislatura.”
Un episodio che apre il campo per valutazioni politiche. Tonino Amato, consigliere regionale del Pd non ha dubbi: “Il grave episodio di questa mattina rischia di essere solo la prima avvisaglia di una situazione che, a Napoli e in Campania, è già esplosiva e rischia di diventare fuori controllo. Nel condannare fermamente ogni forma di violenza, non entro tuttavia nel merito della specifica vicenda sulla qual invito a mantenere il massimo equilibrio fino alla conclusione degli accertamenti”. “Ma l’episodio appare il sintomo di una questione, – prosegue Amato – quella dei richiedenti asilo presenti sul territorio campano, che si trascina da mesi tra zone d’ombra, inefficienze e disinteresse istituzionale. I dati parlano chiaro: la commissione territoriale preposta all’esame delle richieste d’asilo continua a bocciarne oltre il 90% secondo procedure da molti, associazioni e migranti, ritenute del tutto approssimative. In Campania sono presenti oltre 2200 richiedenti asilo, a Napoli oltre 900 per i quali esistono poche decine di posti d’accoglienza. Il Piano Emergenza Nord Africa approntato nel 2011 a fronte degli sbarchi dovuti alla guerra in Libia continua Amato si è trasformato in Campania nel concentramento dei migranti in alberghi e strutture temporanee e male attrezzate, con un enorme giro di denaro che non è corrisposto alla reale erogazione di tutti i servizi previsti, innanzitutto assistenza linguistica e formazione per favorire percorsi di autonomia professionale. Senza parlare di quanto di grave avvenuto con i cosiddetti pocket money”. “Situazioni – dice ancora il consigliere regionale del Pd – denunciate da sindacati e associazioni e sulle quali avevo già interrogato l’assessore alla protezione civile Cosenza, perché va ricordato che l’intera vicenda continua ad essere gestita dalla protezione civile che pure doveva avere solo un ruolo temporaneo. A dicembre il piano esaurirà la sua prima fase dice il consigliere del PD non c’é traccia della seconda fase volta al superamento dell’emergenza, delle azioni che si metteranno in campo, della durata, del costo complessivo, del pieno e fattivo coinvolgimento degli enti locali. Cosa accadrà quindi il 31/12? Che fine faranno i ragazzi stipati negli alberghi e gli altri richiedenti asilo? Quali sono i criteri adottati per scegliere a chi fornire assistenza e alloggio? Cosa sarà degli altri? Quali azioni sono poste a tutela delle fasce deboli, innanzitutto donne e minori? Anche a fronte di quanto accaduto stamane conclude Amato credo sia urgente strutturare un tavolo istituzionale che coinvolga Prefettura, organismi regionali e Anci, ma aperto alle realtà sindacali e associative, per affrontare con trasparenza e rigore queste problematiche, senza dover attendere che, a dicembre, la situazione diventi del tutto ingestibile e porti a un’inevitabile escalation di proteste e violenza”. “Ricordiamo bene cosa accaduto a Rosarno, – conclude Amato – con numeri e in una situazione ambientale di impatto notevolmente minore rispetto a quanto potrebbe accadere a Napoli e in Campania”.