Si trova nella zona di Adrano, Artoni e Solfatara la nuova possibile bocca eruttiva dei Campi Flegrei. Lo rivela una ricerca multidisciplinare condotta dai ricercatori dell’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia insieme ai colleghi inglesi delle Università di Oxford e Bristol, che è stata presentata oggi a Geoitalia 2013, il nono forum nazionale delle Scienze della terra che si sta svolgendo a Pisa.

La ricerca ha anche elaborato la stima dei tempi di ristagno dei magmi sotto la struttura dei Campi Flegrei prima che essi vengano eruttati. ”Si tratta di uno studio – ha spiegato Roberto Isaia, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano – che dà importanti indicazioni sui tempi di riattivazione del vulcano. Abbiamo presentato nuove mappe probabilistiche di pericolosità vulcanica, nonché nuove stime di parametri fisici delle eruzioni per la valutazione dell’impatto dei fenomeni eruttivi sul territorio. Queste stime sono fondamentali per la formulazione dei piani di emergenza ai Campi Flegrei, che tra gli scenari possibili dovranno tenere conto anche del fatto che, in quest’area, due eruzioni sono avvenute contemporaneamente da centri eruttivi posti a distanza di più di 5 chilometri l’una dall’altra”. Lo studio non rivela pericoli imminenti ma, ha concluso Isaia, ”determina scenari che vanno tenuti in considerazione per lavorare sempre di più e meglio sulla capacità di reazione difronte a eventi eruttivi”. ”I nostri studi- ha sottolineato Mauro Rosi, presidente della federazione italiana delle Scienze della Terra – non hanno solo valenza scientifica, ma anche una immediata e concreta ricaduta sulla popolazione perché rappresentano un patrimonio di conoscenze fondamentale per il dipartimento nazionale di Protezione civile per adottare conseguenti piani di emergenza”.

 

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