Sarà discusso domani in camera di consiglio dalla terza sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Pier Giorgio Lignani, l’appello proposto dal governo e dalla prefettura di Napoli contro la sentenza del Tar Campania sul caso de Magistris. Se il Consiglio di Stato respingerà i ricorsi, de Magistris resterà sindaco di Napoli. Se invece li accoglierà, tornerà a valere l’ordinanza del Prefetto che lo aveva sospeso. Una sospensione di 18 mesi che potrebbe diminuire se in quell’arco di tempo de Magistris fosse assolto in secondo grado nel processo penale che lo vede coinvolto. O al contrario aumentare se arrivasse una condanna in appello e tramutarsi in decadenza se la Cassazione confermasse la sentenza. Dopo la condanna in primo grado nell’inchiesta Why not per abuso d’ufficio, per de Magistris è scattata la legge Severino, che per gli amministratori locali prevede la sospensione dalla carica per 18 mesi in caso di condanna anche non definitiva. Il Prefetto di Napoli ha quindi emanato il 1. ottobre un provvedimento che lo sospendeva dalla carica. Provvedimento che de Magistris ha impugnato al Tar. Il 10 ottobre, la prima sezione del Tribunale amministrativo della Campania ha accolto, in via cautelare, il suo ricorso, sospendendo temporaneamente gli effetti della pronuncia del Prefetto: di fatto, quindi, de Magistris ha ripreso le funzioni di sindaco. Il Tar ha anche deciso di inviare alla Corte Costituzionale gli atti relativi al procedimento, sollevando questione di legittimità sulla legge Severino. Le carte non sono ancora giunte alla cancelleria della Consulta. Quest’ultimo ‘filone’ della vicenda, in ogni caso, seguirà un iter parallelo, distinto da quello amministrativo, che è invece suscettibili di sviluppi già tra domani e venerdì. In relazione unicamente alla sospensiva del provvedimento prefettizio la decisione del Tar, infatti, è stata impugnata il 12 novembre dal Governo, tramite il ministro dell’Interno e la prefettura di Napoli. Un ricorso preceduto, pochi giorni prima, da quelli di due associazioni: il Movimento difesa del cittadino e l’Associazione lotta piccole illegalità. I ricorsi sono rispettivamente contrassegnati dai numeri 9098/2014, 8841/2014 e 8987/2014 e domani sono a ruolo in con tre numeri progressivi – 29, 30 e 31 – e saranno discussi insieme dal Consiglio di Stato.