Che non si trattasse di un concerto come un altro lo si sapeva da tempo. Il live di Bruce Springsteen a Napoli non e’ stato soltanto musica, ma e’ la quintessenza del rock. E c’e’ stato davvero tutto: dai pezzi storici alle nuove hit, dalle cover fuori programma ai fans sul palco a cantare con il loro idolo a un improvviso nubifragio. E soprattutto c’e’ stato un ricongiungimento speciale.
C’e’ stato il ritorno del rocker americano alla sua terra d’origine. ”E’ bello essere al Sud Italia – dice il boss in perfetto italiano – io sono del Sud Italia, e’ bello essere a casa”. L’uomo nato per correre saluta il pubblico partenopeo sulle note di ‘O sole mio’ e poi attacca uno dietro l’altro i suoi successi. Corre, salta, grida, infiamma la folla. Si tuffa tra la gente, gioca con i fan. Un animale da palcoscenico degnamente accompagnato dal suo fedele branco, la E-street Band al gran completo. Di fronte a lui, numeri dell’organizzazione, si scatenano i 20.000 di piazza Plebiscito. Verso meta’ concerto si abbatte anche un violento acquazzonem che pero’ sembra esaltare ancora di piu’ il ‘boss’. La sua risposta alla pioggia e’ la cover dei Creedence Clearwater Revival ‘Who’ll stop the rain’. E poi c’e’ l’omaggio alla terra d’origine di suo nonno Antonio. Quasi si commuove quando raccoglie tra il pubblico la gigantografia di una foto raffigurante il vecchio Gran caffe’ Zerilli di Vico Equense, in costiera sorrentina, appartenuto alla sua famiglia. ”It’s my resturant”, e’ il mio ristorante, dice emozionato. E in napoletano annuncia: ”vulesse dedica’ sta canzone agli amici di Vico Equense, la mia citta”’. Partono le note di ‘My hometown’. Alle 23, dopo due ore e mezza di concerto, infila senza sosta alcuni dei suoi piu’ celebri successi: ‘Born to Run’, ‘Dancing in the Dark’ e ovviamente ‘Born in the Usa’. Mentre urla i versi ‘Born down in a dead man’s town’ sulle rughe del suo collo di sessantenne in splendida forma sembra passare la storia di un’America costruita anche col sudore e col talento di tanti emigranti italiani. Il bis e’ ancora all’insegna delle cover: prima ‘Twist and Shout’ e poi ‘La bamba’. Ma non finisce qui. Dopo tre ore di concerto, il ‘boss’ ne ha ancora. Resta solo sul palco, ”ancora una per la mia Napoli” dice. E intona una versione unplugged di ‘Thunder Road’, la stessa con cui chiuse, sempre a Napoli, il live del 1997 al teatro Augusteo. Alla fine Springsteen saluta il pubblico di Napoli. Per lui un po’ di riposo nel buen retiro sul lago di Como. Poi sara’ la volta di 2 tappe tedesche e poi ancora in Italia, a Padova il 31 maggio e a Milano il 3 giugno. Di nuovo sul palco, ancora una volta pronto per ‘correre’.