Si sta per abbattere ‘la scure’ della Corte di Cassazione sui fruitori del ‘pezzotto’ per vedere film, eventi sportivi e altro senza pagare. Sono già state disposte infatti le prime sanzioni per gli utilizzatori finali del pezzotto. La Guardia di Finanza è riuscita a rintracciare i flussi, anche per gli utenti che hanno cancellato la cronologia. “C’è un grosso giro di soldi dietro il cosiddetto ‘pezzotto’. Questo è un Paese in cui ciascuno deve fare la propria parte, continuare ad andare avanti con questa forma di consumo è da stupidi. Nelle prossime ore usciranno anche le multe per tantissimi utenti da 2.500 a 25.000 euro a persona. E’ una pena pesante per chi consuma contenuti in questo modo”. Queste le parole, che hanno annunciato l’arrivo della stangata, dell’amministratore delegato della ‘Lega Serie A’ Luigi De Siervo che in un intervento in radio ieri. “Il consumo digitale di prodotti illegali lascia un’impronta che dà la possibilità di ricostruire al contrario il flusso del file consumato, dunque restano tracce indelebili. Non è che cancellando la cronologia si riescono a nascondere le tracce, si risalirà e basta”, ha aggiunto De Siervo spiegando il metodo con cui le fiamme gialle hanno rintracciato gli ex abbonati al pezzotto. La sentenza della Corte di Cassazione numero 46443/2017 ha giurisprudenza in materia: i giudici hanno infatti inflitto una pena a quattro mesi di reclusione e 2.000 euro di multa per un utente che vedeva Sky in modo illegale col pezzotto. La legge vigente stabilisce che chi si rende colpevole della visione dei canali in modo illegale rischia da 2.582,29 a 25.822,26 euro di multa e da sei mesi a tre anni di reclusione.