53 siti di rifiuti tossici e pericolosi sono ‘seppelliti’ sotto la stazione dell’Alta Velocità di Afragola. Rifiuti intombati dalla camorra nel corso degli ultimi venti anni. La clamorosa e scioccante notizia sulla presenza di veleni sotterrati in una vasta area del territorio di Afragola, al centro della quale è stato realizzato il gioiello architettonico di Zaha Hadld, arriva da Vito Felice Uricchio, direttore facente funzioni dell’Istituto dl Ricerca sulle Acque (IRSA) al quale nel mesi scorsi la procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, aveva commissionato una ricerca sul campo, da effettuare con la tecnica ‘Change Detection’, per accertare la presenza di rifiuti intombati sotto la stazione già al centro di una delicata, complessa e lunga inchiesta della stessa Procura portata avanti dall’aggiunto Domenico Airoma e dal pm Giovanni Corona. Un’indagine che potrebbe avere dei risvolti ancora più clamorosi del sequestro di un’area di parcheggio e dell’unico bar esistente nella stazione, scattato pochi mesi dopo l’inaugurazione della struttura. Senza scendere nei dettagli del Change detection, basta sapere che questa indagine scientifica consente di identificare le modifiche naturali e quelle operate dall’uomo che intervengono sul territorio preso in esame e di determinare anche in quale intervallo temporale sono avvenute, tramite la valutazione comparata di immagini rilevate da satelliti, aerei e droni. La notizia dei 53 siti di stoccaggio della camorra interrati a macchia di leopardo sotto la stazione dell’Alta Velocità, ma anche sotto decine di ettari di campi nelle vicinanze, verrà ufficializzata e illustrata nel dettaglio dallo stesso professor Uricchio nella seconda giornata del Forum “Economia dei rifiuti” in corso a Lacco Ameno, ad Ischia, organizzato dal Polieco (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene) con la partecipazione di esperti ed industriali del settore.