Tre persone, tra le quali una bambina di 4 anni e sua nonna, N. e Immacolata Molino, sono rimaste ferite dai proiettili di un raid di camorra, a due passi da piazza Nazionale, nel centro di Napoli. Bersaglio dell’agguato: un pregiudicato, Salvatore Nurcaro, ricoverato ora in gravi condizioni al Loreto Mare, ritenuto vicino al clan Rinaldi. La Molino, invece, è stata colpita di striscio, e se la caverà in pochi giorni. La piccola N. è stata ferita gravemente ed è in prognosi riservata. “Un proiettile le ha attraversato i polmoni da destra a sinistra, senza però ledere il cuore – ha detto all’Ansa il Dg del “Santobono”, Anna Maria Minicucci – conficcandosi tra le costole”. E’ stata sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza, cominciato intorno alle 22. La bambina è arrivata poco dopo le 17.30 al pronto soccorso vigile e cosciente, ed è stata subito trasferita in terapia intensiva. “E’ già stata sottoposta ad un piccolo intervento da parte dei chirurghi del Santobono, al fine drenare l’aria e il sangue presente nei polmoni e risolvere lo pneumotorace determinatosi a seguito della ferita”, si legge in una nota del Santobono di Napoli. Le condizioni della minore sono costantemente monitorate dai rianimatori e dai chirurghi, e si sta valutando se e quando rimuovere il proiettile.
Il bersaglio del raid, Nurcaro, 32enne con diversi precedenti di San Giovanni a Teduccio, è in gravi condizioni perché colpito da sei proiettili, complessivamente. Era lui l’obiettivo dell’agguato, mentre del nucleo da un vicino bar uscivano quattro persone: la nonna e la mamma della bambina, la piccola e una sua amichetta. Si sono trovate sulla traiettoria dei proiettili. Illesa la madre e l’altra bambina presenti sul luogo dell’agguato. L’uomo è crollato a terra davanti alla vetrina di un bar. Tutt’intorno, a terra, vi sono numerosi bossoli. La piazza e le strade limitrofe, Via Polveriera, via Acquaviva, erano affollate di gente al momento dell’agguato. Un’auto ‘Mitsubishi’ presenta i fori di due colpi di pistola in uno sportello e sul tettuccio. In piazza Nazionale sono giunti i parenti di Nurcaro, che poi si sono trasferiti al “Loreto Mare”.
La prima fase della delicata operazione è terminata poco prima delle 23. Una volta tamponata l’emorragia e risolto la crisi sul primo polmone, ora l’equipe sta intervenendo sull’altra lesione: lì dove dovranno rimuovere la pallottola. La piccola era andata in shock, ma è stata ovviamente stabilizzata dai medici prima di essere portata in sala operatoria. Dalle prime valutazioni cliniche effettuate dai medici del Pronto soccorso, della Chirurgia e della Rianimazione si è evidenziato infatti che il proiettile, entrato dalla regione scapolare destra, non era fuoriuscito ed era quindi “ritenuto” tra costole e polmone. Un intervento non facile: eseguito costantemente sotto il rischio di complicanze maggiori. Medici e infermieri che si avvicendano, fino a notte, tra antisala e tavolo operatorio si lasciano andare a un cauto ottimismo: “Da dentro, i colleghi ci dicono che hanno chance di salvarla. Speriamo bene”.