Una tettoia in lamiera che serviva a proteggere un’antica villa rustica risalente ad oltre duemila anni fa, sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, è crollata in località Cava Ranieri a Terzigno, scatenando le ire dei Verdi e del presidente del Consiglio comunale, che invocano una maggiore cura per i reperti archeologici “ormai abbandonati a se stessi”. A darne notizia è Francesco Emilio Borrelli, dei Verdi, il quale ha sottolineato che il crollo ha causato “gravissimi danni all’importantissimo patrimonio archeologico, in questo caso la villa 6, mal custodito dalla sopraintendenza di Pompei”. “Questo è il secondo cedimento che avviene in poco tempo, – spiega Borrelli – nel 2012 era già venuta meno la tettoia di protezione della villa rustica numero 2. I cedimenti sarebbero imputabili all’usura dei pali in legno posti a sostegno della tettoia che doveva proteggere il sito”. Più duro il commento del presidente del Consiglio comunale di Terzigno, Salvatore Annunziata, il quale sostiene di “non riuscire a comprendere il perché del totale abbandono dell’area”. “La soprintendenza dovrebbe intervenire – afferma Annunziata – bisogna tutelare beni archeologici distanti solo qualche chilometro dalla più rinomata Pompei. Negli anni passati, invece, dopo il ritrovamento del sito, hanno portato via di tutto, una vera razzia di oggetti e reperti per arricchire il museo di Pompei. Qui sono state messe solo delle tettoie in lamiera, forse in attesa che cadessero. Bene, sono cadute: se crolla Pompei, figuriamoci qualche palo di sostegno delle tettoie a Terzigno”. La tettoia crollata a Cava Ranieri, ricopriva, secondo Borrelli dei Verdi, un impianto sannitico che aveva prevalentemente funzione di azienda agricola dove si produceva vino.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui