Quasi quattro ore per difendersi dall’accusa di traffico di influenze, per definirsi vittima di un abuso del suo, influente, cognome e, soprattutto, per ribadire di non aver mai preso soldi. Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del Consiglio, ha respinto gli addebiti rivendicando di non aver avuto alcun ruolo nei fatti che sono oggetto delle inchieste delle procure di Roma e Napoli su Consip. E di non aver mai conosciuto quello che gli inquirenti indicano come il ‘grande corruttore’, Alfredo Romeo. Ha invece scelto la strada del silenzio Carlo Russo, imprenditore farmaceutico amico di Tiziano Renzi, comparso davanti ai pm Mario Palazzi (Roma) e John Henry Woodcock (Napoli) in una caserma del comando provinciale dei carabinieri di Firenze. Il padre dell’ex segretario Pd è stato interrogato a piazzale Clodio dal procuratore aggiunto Paolo Ielo (Roma) e dal sostituto Celeste Carrano (Napoli). Il suo difensore Federico Bagattini ha dichiarato che il “dottor Renzi ha risposto a tutte le domande” precisando di “non aver avuto alcun ruolo in questa vicenda”. “Mai conosciuto né incontrato Alfredo Romeo – ha aggiunto – il mio assistito ha escluso di essere mai stato in Consip e di conoscere Denis Verdini”. Rispondendo a domande dei pm sui rapporti “con tutte le persone coinvolte nell’inchiesta”, il padre di Matto Renzi, sono parole del suo difensore, ha sottolineato di essere legato all’imprenditore farmaceutico Carlo Russo anche da una frequentazione di carattere religioso. In relazione alle dichiarazioni del commercialista napoletano Alfredo Mazzei circa un incontro riservato tra Romeo e Tiziano Renzi in un ristorante, l’avvocato Bagattini ha tagliato corto: “Nessun incontro in bettole”, mentre sono “da valutare dal punto di vista della loro complessiva verosimiglianza le dichiarazioni dell’ad di Consip Luigi Marroni” in merito a presunte pressioni ricevute dal padre dell’ex premier per assecondare le aspettative di Carlo Russo, quest’ultimo legato a Romeo. Marroni, secondo quanto riportato dall’Espresso, avrebbe detto ai pm: “Carlo Russo mi ha chiesto di intervenire sui commissari di gara per conto del babbo di Matteo” e di Verdini che erano “arbitri’ del mio destino professionale”. In sostanza dice di aver subito un “ricatto” da Russo, che gli era stato presentato dallo stesso Renzi senior. Durante l’interrogatorio di Tiziano Renzi, ha spiegato poi l’avvocato Bagattini, non sono state fatte nuove contestazioni. Sulla vicenda giudiziaria che coinvolge il padre è intervenuto lo stesso Matteo Renzi che a “Otto e mezzo” ha chiarito: “Se mio padre secondo i magistrati ha commesso qualcosa mi auguro che si faccia il processo in tempi rapidi. E se è davvero colpevole deve essere condannato di più degli altri per dare un segnale, con una pena doppia”. Carlo Russo, intanto, si è avvalso della facoltà di non rispondere, hanno spiegato gli avvocati Gabriele e Marco Zanobini, su precisa scelta e indicazione degli stessi legali. “Come abbiamo spiegato ai magistrati – hanno aggiunto – non è opportuno che il nostro assistito risponda senza conoscere bene di cosa lo si indaga”, “‘al buio'”, “abbiamo poche righe di motivazione nel decreto di perquisizione”. “Ci riserviamo di rispondere – hanno concluso gli avvocati – quando saranno depositati altri atti che ci consentano di avere la stessa conoscenza del procedimento che hanno gli inquirenti, cioè quando raggiungeremo un piano di parità” processuale tra inquirenti e indagato. Al momento non riteniamo che si debba fare un processo nella fase delle indagini preliminari”. L’attività dei pm Palazzi e Woodcock è proseguita nel capoluogo toscano con l’audizione di alcuni testimoni. (