Un appello promosso per difendere l’Archivio di Stato di Caserta dal degrado, a promuoverlo la diocesi di Caserta che chiede di tutelare la documentazione stipata in locali definiti angusti. Il testo sarà spedito, con le prime adesioni, alle autorità competenti e sarà pubblicato sul nostro sito e su diversi altri siti istituzionali, a partire dal lunedì 09 febbraio 2015.

 

 

 

 

 

Ecco il testo

 

I cittadini della provincia di Caserta, in piena sintonia e accordo con le comunità scolastiche, culturali, ecclesiali, accademiche e con gli ordini professionali del territorio, denunciano la totale disattenzione delle istituzioni nazionali e locali per la deplorevole situazione dell’Archivio di Stato di Caserta, istituto che, per specifico compito di legge, conserva documentazione storica delle amministrazioni periferiche dello Stato Italiano (e di quelle preunitarie) di primaria importanza per l’antica provincia di Terra di Lavoro, il cui vasto territorio si estendeva fino al basso Lazio, e per l’attuale provincia di Caserta. Da oltre quarant’anni i direttori pro tempore e gli archivisti di Stato si battono per ottenere una sede degna. Infatti, dal 1974 l’Archivio è costretto in angusti locali (appartamento e cantinati) di un condominio per civili abitazioni assolutamente inadeguato per svolgere l’azione culturale e divulgativa istituzionale e certamente non idonei (sia in termini quantitativi che qualitativi) alla corretta conservazione della documentazione e all’accoglienza di studiosi provenienti da ogni parte del mondo. Sin dal 1995 l’edificio storico dell’ex caserma Pollio, ubicato nell’emiciclo antistante la Reggia, è stato destinato ad ospitare l’Archivio di Stato di Caserta. Nonostante ciò, si è inspiegabilmente preferito in questi anni continuare a sborsare un fitto pari a circa 20.000,00 euro mensili, mentre risultano solo in minima parte realizzati i lavori di adeguamento della nuova sede, per i quali sono stati già spesi svariati milioni di euro. Va segnalato, inoltre, che una cospicua porzione della documentazione storica di pertinenza dell’Archivio – la cosiddetta “Sezione Reggia” – è già ospitata presso Palazzo Reale ed è inspiegabilmente gestita dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici Etnoantropologici per le Provincie di Caserta e Benevento, contro ogni previsione di legge. Non sono chiare nemmeno le motivazioni che tuttora impediscono la collocazione del patrimonio archivistico negli immensi spazi della Reggia vanvitelliana, resi disponibili dal recente abbandono da parte dell’Aeronautica Militare e restituiti, finalmente, «alla loro esclusiva destinazione culturale, educativa e museale» (cf. Legge n. 106 del 29.07.2014, art. 3, comma 2). Ciò consentirebbe di riunire un patrimonio documentale tra i primi in Italia per consistenza ed importanza, di offrire la possibilità agli archivisti di poter espletare in totale sicurezza le proprie funzioni, agli studiosi di potersi dedicare con tranquillità alle proprie ricerche in un ambiente confortevole e ricco di storia e all’Archivio di realizzare con dignità gli eventi promozionali, educativi, divulgativi e culturali cruciali nella propria missione. Si chiede, pertanto, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo di voler applicare quanto già stabilito nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004), individuando nella Reggia di Caserta la nuova e definitiva sede dell’Archivio di Stato di Caserta e mettendo in campo iniziative tese ad evitare che: 1) la documentazione archivistica, prodotta dalle amministrazioni periferiche dello Stato nell’antica provincia di Terra di Lavoro e nell’odierna provincia di Caserta e costituita anche da importanti donazioni di fondi archivistici di rilevante interesse storico-culturale da parte di eminenti personalità, vada irrimediabilmente perduta, a causa delle continue e malsane infiltrazioni d’acqua negli attuali locali di deposito; 2) le norme di sicurezza vengano puntualmente disattese, mettendo a repentaglio l’incolumità fisica dei dipendenti e degli studiosi; 3) l’esborso di esorbitanti ed ingiustificati fitti passivi continuino a gravare sulle spalle dei cittadini; 4) l’inadeguatezza dell’attuale sede continui ad essere un vero e proprio ostacolo alla ricerca per il gran numero di studiosi italiani e stranieri che quotidianamente frequenta l’Archivio di Stato di Caserta. Nell’articolo 9 della Costituzione si dichiara che la Repubblica Italiana «promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Le istituzioni nazionali e locali, pertanto, non disattendano quanto già prescritto e si impegnino con tutte le loro forze a far sì che un territorio già martoriato da endemici problemi non venga privato anche della propria memoria storica, fondamento dell’identità e del riscatto di una comunità.

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