CARINARO – Si avvicina la tappa finale della Festa della Tammorra. L’appuntamento è per le serate del 16 e 17 giugno presso la corte del Palazzo De Angelis in Carinaro sede storica dell’associazione Carinaro Attiva da anni impegnata nel recupero delle tradizioni e della cultura popolare. “Un primo bilancio di questa parte del percorso delle Festa della Tammorra –dice Bruno Lamberti presidente di Carinaro Attiva – è senz’altro positivo.
L’aver richiamato l’attenzione di una gran parte degli appassionati sulla tradizione della Madonna di Briano e sulla tammurriata giuglianese così come la proposta del Casale di Teverolaccio e l’ottimo lavoro che vi stanno svolgendo i soci del Circolo Geophilos di Legambiente sono stati momenti esaltanti che hanno riproposto la nostra zona come produttrice di cultura.” La terza tappa della “Festa della Tammorra”, quella finale, è prevista per il 16 e il 17 giugno 2012 a Carinaro e si prospetta molto ghiotta: ben 21 gruppi hanno preannunciato la propria presenza e sicuramente ci sarà la partecipazione di Marcello Colasurdo, direttore artistico della manifestazione , se riuscirà a risolvere i problemi di salute che recentemente l’hanno afflitto. Per sabato sera è previsto l’intervento della Scuola di Tarantella di Montemarano diretta da Roberto Del Gaudio, reduce da Berlino, che riproporrà l’atmosfera frizzante di uno dei più interessanti carnevali italiani. Ma saranno rappresentate nel corso della festa le esperienze più interessanti e stimolanti della cultura campana con uno sforamento nella pizzica pugliese ad opera dei Terraross. Il palco, ovviamente, sarà aperto a tutti quei gruppi o solisti che vorranno proporsi rispettando la formula che interviene un gruppo per volta proprio per dare la possibilità a ciascuno di esprimersi al meglio. Due parole anche sul Palazzo De Angelis. Il luogo che da sette anni ospita la Festa della Tammorra. Il palazzo è stato costruito in varie epoche storiche, di cui la parte più antica risalerebbe ai primi anni del 1700. Il proprietario, Pino De Angelis, in questo servizio, descrive i luoghi di una costruzione che, nonostante, il cattivo stato, conserva tutta la bellezza di una storia antica. Una storia legata alla famiglia De Angelis, originaria dell’isola d’Ischia, che ha messo radici nel piccolo comune dell’agro aversano, dove uno dei suoi rampolli, Stefano De Angelis, sposò una figlia di Raffaele Della Volpe. Dal loro matrimonio sono nati i figli Michelina, Giuseppe, Angelo e Camillo De Angelis. Dalle parole di Pino De Angelis si percepisce l’amore per questi luoghi che hanno rappresentato il centro della vita cittadina dall’inizio del ‘900 e fino a metà degli anni ’60. Qui sono state ospitate anche le scuole elementari nell’immediato dopoguerra. Al centro del palazzo, la grande aia, ove per tantissimi anni si sono svolte le attività agricole, principalmente quella della lavorazione della canapa che era richiesta dal mercato per la sua particolare qualità. All’interno del fabbricato esistono altri corpi di fabbrica che erano adibiti alla lavorazione dei prodotti del circostante terreno. Vi è, inoltre, una grotta all’interno del giardino posto a confine con Via D’Annunzio, dove nei primi anni dell’800 veniva prodotto una notevole quantità di vino. Entrando a destra nel cortile principale vi è un altro corpo di fabbrica, risalente ai primi del ‘900 dove praticamente si svolgeva la vita della famiglia De Angelis. Ora il palazzo, il 16 e 17 giugno torna ad animarsi, seppure per poco tempo, facendo rivivere la tradizione di un mondo quasi scomparso, attraverso i balli e i canti che rendevano la fatica nei campi meno pesante. E, come ogni anno, saranno centinaia i giovani che parteciperanno alle due serate alla riscoperta di quelle radici, mai spezzate, col mondo antico dei loro nonni. L’appuntamento, quindi, è per il 16 e 17 giugno a Carinaro per due serate di festa, di ballo, di canto, di musica e di cultura.