Domenica 18 dicembre a partire dalle 22 il Jarmusch Club di Via Cesare Battisti a Caserta ospiterà il concerto di Daniele Sepe accompagnato dalla sua band. L’evento sarà il primo di una serie di concerti-laboratori che si terranno a cadenza quindicinale, durante i quali l’artista incontrerà il pubblico e lo trasporterà, chiacchierando e suonando, in un viaggio ricco di spunti e sensazioni musicali. Il primo appuntamento sarà dedicato alla musica da film, con un particolare focus sulla musica italiana. Ripartono i concerti-laboratorio di Daniele Sepe al Jarmusch Club, per la rassegna “A note spiegate”, dopo il successo degli incontri dello scorso anno. Gli incontri con l’apprezzatissimo musicista partenopeo sono aperti a tutti e dedicati sopratutto a chi non è musicista, ma fonte di ispirazione anche per chi suona amatorialmente o professionalmente, saranno occasione di ulteriore approfondimento e confronto. Un’opportunità più unica che rara per un incontro ravvicinato con un artista eclettico e versatile che accompagnerà il pubblico in un viaggio guidato attraverso percorsi musicali affascinanti. Durante il primo incontro Daniele Sepe spiegherà, racconterà, suonerà la musica da film, in particolare quella italiana, concentrandosi sulle opere di alcuni dei più importanti compositori italiani che hanno segnato con il loro lavoro la storia del cinema e della musica: si parlerà di Rota, Morricone, Piccioni e Rustichelli. Daniele Sepe nasce a Napoli nel 1960. A soli sedici anni, nel 1976 partecipa allo storico disco “Tammurriata dell’Alfasud” dei Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d’Arco. Si diploma in flauto al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. I suoi album incontrano subito il parere favorevole della critica, ma è soltanto col quarto, Vite perdite (1993), realizzato dalla Polosud e distribuito in tutto il mondo dall’etichetta tedesca Piranha, che le vendite decollano. Nel 1998 l’album Lavorare stanca gli frutta la targa Tenco come migliore album in dialetto. Numerose sono le sue collaborazioni con altri musicisti e con registi cinematografici e teatrali (Mario Martone, Gabriele Salvatores,Terry Gilliam, solo alcuni).Difficile definire la sua musica, sempre in bilico tra reggae, folk, world music, jazz, rock, fusion, blues, musica classica… una sua caratteristica costante è il modo quasi “zappiano” di affrontare la scrittura e l’arrangiamento.