PIEDIMONTE MATESE – “Una data storica per l’Alto Casertano”. Ha definito così il sindaco di Piedimonte Matese Vincenzo Cappello l’evento di grande importanza di cui la città matesina è stata ieri pomeriggio protagonista. Nel complesso monumentale di San Domenico è stata inaugurata la mostra “Gens fortissima Italiae”, una collezione preziosa di reperti che testimoniano la presenza del popolo Sannita nell’area di Piedimonte e dei comuni limitrofi, ma anche segni di presenze più antiche. Una manifestazione emozionante e molto partecipata, che ha raccolto nei due chiostri dell’ex convento di S. Tommaso d’Aquino una grande folla, incuriosita e desiderosa di prendere parte a un evento significativo per la città, così come accadde quando nello stesso luogo vennero presentati i risultati del restauro agli affreschi delle volte, nel 2010.
Prima del simbolico taglio del nastro, l’auditorium comunale ha ospitato una conferenza di presentazione centrata non soltanto sui contenuti della mostra, visto che questa segna l’avvio di una nuova stagione per lo stesso Museo Civico. Si riaprono infatti le sue porte ai visitatori con un vero e proprio progetto museale che ha compiuto adesso un primo e concreto step. Tante le autorità presenti tra le fila del pubblico, a cominciare dai sindaci e rappresentanti di Alife, Alvignano, Dragoni, Valle Agricola, Raviscanina, Sant’Angelo, Baia e Latina, Castel di Sasso, Gioia Sannitica, Piana di Monte Verna, Caiazzo, Capriati al Volturno.Ma anche i presidenti Umberto De Nicola (Parco del Matese) e Pietro Cappella (Consorzio di Bonifica), il consigliere regionale Nicola Caputo, e in rappresentanza del Prefetto di Caserta Daniela Chemi e Maria Luisa Fappiano. Non mancavano naturalmente anche studiosi e appassionati.
A dare il benvenuto con i primi saluti il sindaco Vincenzo Cappello, il quale brevemente ha rimarcato l’impegno e la tenacia profusi in favore del progetto dalla sua Amministrazione comunale, in controtendenza rispetto a un periodo in cui poco si investe nella cultura: “Non è stato semplice raggiungere questo traguardo in sei anni, abbiamo usufruito dei fondi messi a disposizione dal Ministero delle Finanze, quelli comunali e anche quelli derivanti dalle indennità di carica a cui abbiamo rinunciato”.
All’incontro, moderato dal presidente della Comunità Montana del Matese Fabrizio Pepe, è intervenuto poi Antonio Salerno per la Soprintendenza ai Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, e l’assessore delegato alle collezioni museali Attilio Costarella che ha ricordato l’iter burocratico e gli sforzi messi in campo per permettere la riapertura del Museo dopo 40 di chiusura forzata, ringraziando anche le precedenti amministrazione comunali. Più scientifico l’intervento del professore Gianluca Tagliamonte, dell’Università del Salento, a cui è seguita la chiusura del direttore del Museo, Raffaella Martino.
La benedizione del vescovo di Alife-Caiazzo S.E. Mons. Valentino Di Cerbo e il taglio del nastro hanno dato il via alla visita ai reperti, tra cui il Corridore del Cila, la statuetta che maggiormente ha attirato l’attenzione del pubblico, e a cui con l’allestimento è stata dedicata una piccola stanza.
La bella cerimonia è stata scandita anche dalle note della US Naval Forces Europe Band e dalla Sara’s Band.