SANT’ARPINO – “Con questa iniziativa Sant’Arpino si conferma una piccola Atene, un luogo dalla grande vivacità culturale, un risultato a cui si è giunti grazie anche all’intelligente impegno di associazioni come la Pro Loco che operano da decenni nel terreno reso fertile dalla ricchissima tradizione atellana, una tradizione che ha un’altezza planetaria con una forza storica, antropologica e culturale che è ricca di futuro. La Pro Loco stamattina ci dimostra ancora una voltache in questa terra, che in forza della sua peculiare tradizione può dire qualcosa alla cultura planetaria, si possono sviluppare progetti capaci di tenere armonicamente insieme gli aspetti più lucenti della nostra identità, dalla tradizione letteraria a quella commediografa, da quella artistica a quella teatrale, da quella religiosa a quella civile, unitamente ad un patrimonio di risorse umane e intellettuali notevole”. Con queste parole il professore Giuseppe Limone ha magistralmente concluso una mattinata che sarà annoverata tra le pagine più belle e memorabili della Comunità di Sant’Arpino. Il riferimento è alla cerimonia di presentazione del volume “Ristampa delle opere dell’avvocato Carlo Magliola edite nel 1755 e 1757” organizzata domenica scorsa dalla Pro Loco di Sant’Arpino nel cortile di una fascinosa dimora nobiliare: Palazzo Magliola in via Compagnone. Gremito di gente il cortile, tra i presenti i numerosi rappresentanti dell’associazionismo santarpinese – atellano, dirigenti scolastici dell’agro aversano, giornalisti, studiosi di storia locale, operatori culturali, intellettuali ed accademici, avvocati e giuristi.

L’iniziativa è stata coordinata dal giornalista Elpidio Iorio, direttore della Rassegna di Teatro Scuola PulciNellaMente, che in apertura dei lavori ha sottolineato i tanti riferimenti simbolici che hanno fatto da sfondo all’evento, dalla data (“il 26 ottobre ricorre il 254° anniversario della scomparsa del giurista Carlo Magliola (1695-1760)”) al luogo (“via Compagnone è la strada più antica del paese, quella che ancora segna il livello della scomparsa città di Atella. Via Ferrumma, così denominata un tempo, è stata ed è la culla del Pensiero, della Conoscenza e della Cultura di Sant’Arpino”).

Aldo Pezzella, presidente della Pro Loco, nel suo indirizzo di saluto ha ricordato che il 2014 è un anno importante per la Pro Loco perché ricorre il trentennale della sua fondazione. Un lunghissimo lasso di tempo durante il quale sono state ideate numerosissime iniziative accomunate dall’obiettivo prioritario di valorizzare le radici storiche del comune atellano. Ha poi rimarcato che: “la dinastia dei Magliola tanto lustro ha dato a Sant’Arpino con i suoi illustri figli, tra cui Sebastiano (parroco per 46 anni della nostra parrocchia nel diciassettesimo secolo), Orazio (Vescovo di Acerra e Sant’Agata dei Goti nonché consigliere di Re Ferdinando IV di Borbone), Domenico (Sindaco di Sant’Arpino dal 1840 al1845), Orazio (Sindaco di Sant’Arpino dal 1899 al 1928), Maria (donna pia e munifica che donò il bellissimo trono marmoreo del Cuore di Gesù alla chiesa di S. Elpidio)”. Infine, in segno di profonda gratitudine, ha consegnato un’artistica targa alla signora Amalia Panettieri, vedova di Alfonso, ultimo discendente dei Magliola, alla memoria del quale è dedicato il volume ristampato proprio grazie al contributo economico offerto dalla signora Panettieri.

Giuseppe Dell’Aversana, presidente onorario della Pro loco ed ex sindaco del comune atellano, ha sviluppato una profonda ed appassionata disamina del volume focalizzando il contesto storico entro cui fu generato e la vicenda giudiziaria che portò alla stesura delle due memorie difensive che poi si sono rivelate due preziose fonti storiche ricche di inediti. “Carlo III di Borbone nel 1741 – ha illustrato Dell’Aversana – ordina la costituzione di un nuovo catasto detto onciario, al fine di tassare i possidenti residenti nelle Università del Regno, Napoli ed i suoi Casali vennero esonerati da questa nuova imposta chiamata bonatenenza. Nascono diversi contenziosi tra cui quello promosso dall’avvocato Magliola in difesa di S.Arpino e dei Casali atellani con l’intento di dimostrare l’autonomia degli atellani sia da Napoli che da Aversa. Per arrivare al suo scopo, Magliola avvia un’attenta e minuziosa indagine storica che riunisce per la prima volta una notevole quantità di dati sulla genesi di Atella e Sant’Arpino, possiamo ben dire che la storiografia atellana trova in questo lavoro la sua origine, la sua cellula primordiale da cui successivamente prolifereranno altre opere come cellule di un unico tessuto. Un’ opera poderosa caratterizzata da un rigore scientifico e da una passione profonda che scaturisce dal grande amore che l’autore nutre per la sua terra”.

Lo studioso di storia aversana Nicola De Chiara, autore di “Aversa ed i sui Casali nel Settecento, la carta del Fioravanti”, una pubblicazione in cui si narra della vicenda giudiziaria che vide coinvolto il Magliola, nel corso del suo ampio e documentato intervento ha sottolineato la preziosità del lavoro del Magliola non solo per la storia atellana ma anche per quella aversana che grazie a lui viene finalmente ricostruita in alcuni suoi punti essenziali e cruciali. “L’avvocato, che si rifà sempre all’autorità degli storici – ha acutamente ragionato De Chiara- dimostra che Rainulfo Drengot conquistò “da se stesso” il territorio in cui sorse Aversa e che la città non fu “conceduta né eretta in Contea da Sergio, giacché Rainulfo era già Conte”. Magliola chiarisce anche i termini dell’autonomia dei Casali Atellani da Aversa. Magliola ha dato lustro alla sua terra natìa con le sue due celebratissime memorie, la cui fortuna si deve anche alla grande cultura dell’autore che in esse spaziò dalla storia alla geografia, dal latino alla filosofia. Nate nel pieno Settecento per difendere le ragioni “politiche” dei Casali Atellani, le pagine di Carlo Magliola rimangono oggi come un infinito atto d’amore a Sant’Arpino da parte di uno dei figli più illustri. Opere che è giusto e opportuno far “rivivere” in un’epoca pigra di momenti gloriosi”.

L’avvocato Pasquale Fedele, presidente dell’Associazione Forense Normanna, ha invece sostenuto: “Con il Magliola si apre una fertile stagione di insigni giuristi figli della terra aversana. Le vicende storiche e politiche degli ultimi secoli non sempre ne hanno favorito la piena affermazione ma le ultime conquiste (leggasi il Tribunale di Napoli Nord che ha sede proprio in Aversa) apre finalmente una nuova stagione che ha radici e terreno fertile proprio nell’opera di quegli eccellenti giuristi di cui il Magliola è uno dei più alti rappresentanti così come ci dimostrano anche le opere sue oggetto di ristampa e racchiuse nello splendido volume appena presentato”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui