Che vergogna. Per il concerto di Irene Grandi andato in scena ieri sera nell’ambito del Settembre al Borgo sono stati distribuiti circa 500 biglietti omaggio. Un record da guinness dei primati negativi. Gli organizzatori negheranno, ovviamente. Ma, purtroppo per loro, la matematica non è un’opinione. E i numeri li inchiodano. Chi ha assistito allo spettacolo al Teatro della Torre a Casertavecchia ha avuto un bel colpo d’occhio. Circa 600 persone hanno gremito la sala (nella foto). Pochi, qualche decina, i posti vuoti. Un grandissimo successo, insomma. Mai come in questo caso l’apparenza ha ingannato tutti. Non noi, però. Abbiamo fatto una verifica alla Siae. E con immenso stupore abbiamo appreso che alle 22.45, a concerto quasi finito, erano stati venduti nientepopodimenoche ottantotto biglietti. Non è una svista. Avete letto bene: 88 biglietti!!! Incredibile. E indecoroso. Ma su chi si è riversata la marea di tagliandi gratuiti? Oltre che sulle decine di politici, consiglieri provinciali, e via così, anche sui dipendenti dell’Ente di Corso Trieste. E, dai volti in platea, ne hanno beneficiato molti amici (vicini e lontani…) di Domenico Zinzi. Da politico con il Dna democristiano, il presidente della Provincia ha sempre “sfruttato” e “capitalizzato” al meglio il Settembre al Borgo per ampliare la cerchia delle sue amicizie. Non è per nulla un caso che il cerimoniale della Provincia sia completamente affidato a Gabriella Russo, segretaria di Zinzi, la quale ha pieni poteri (di vita o di morte) sui nomi da inserire nei lunghissimi elenchi delle persone esentate dal pagamento del biglietto. La gestione “free” del Festival, avallata dal direttore artistico Nunzio Areni, produce effetti negativi a catena. Primo. Se vengono distribuiti biglietti omaggio a pioggia si riduce fortemente l’incasso. E quindi nelle casse della Provincia entrano meno soldi. Ricordiamo che per allestire la kermesse sono stati spesi 500mila euro di denaro pubblico. Non solo. Sui tagliandi gratuiti l’Ente di Corso Trieste deve anche pagare i diritti alla Siae. Nel caso di Irene Grandi ammontano a circa 1200 euro. Secondo. Chi lo dice agli 88 “disgraziati” che hanno pagato il biglietto che il 90% degli spettatori è entrato “a gratis”?!

Terzo. Che senso ha mettere in scena spettacoli per un pubblico che “sale” su Casertavecchia solo perché non si paga? Infatti al concerto di Grandi c’era un pubblico, in gran parte, poco entusiasta, distratto. Molti smanettavano su telefonini e tablet. Inviavano sms, facevano selfie. Spettatori freddissimi, non solo per le basse temperature di Casertavecchia. Per capire chi avesse pagato il biglietto bastava osservare i pochi (decine) che cantavano e battevano le mani durante le canzoni. Eppure Grandi era in gran spolvero, in forma anche il trio che l’ha accompagnata in un’esibizione rigorosamente acustica con arrangiamenti ben riusciti. Ma della prima serata del Settembre al Borgo resta indelebile lo scandalo della carica dei 500 non paganti. Più che il Festival di tutti, come è stato sbandierato ai quattro venti dagli organizzatori, ieri è stato il Festival degli amici degli amici.

P.S. Finora le uniche cose da salvare in questa edizione del Festival sono l’impeccabile lavoro dell’ufficio stampa e la  collaborazione costante, puntuale e di grande qualità offerta da Radio Prima Rete, radio ufficiale del Settembre al Borgo.

Mario De Michele

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