È costato caro a Nunzio Areni il disastroso esito del Settembre al Borgo. Il direttore artistico del festival ci ha rimesso ben 10mila euro. Invece dei 28mila euro previsti dall’incarico, si è dovuto accontentare di “soli” 18mila. Una punizione di Domenico Zinzi? Ufficialmente no. Ma fin dai primi giorni della manifestazione il presidente della Provincia di Caserta (ente promotore) ha manifestato un forte disappunto su come funzionava la macchina organizzativa e sul flop al botteghino. Ai suoi più stretti collaboratori Zinzi aveva chiaramente detto di non essere per nulla contento di come stavano andando le cose. E forse anche per questo Areni ha deciso (gli è stato fatto decidere?) di decurtarsi il compenso. Ma sarebbe ingeneroso, anche da parte nostra che abbiamo condotto e continueremo a farlo una battaglia sugli errori-orrori del Settembre al Borgo, scaricare tutte le colpe sulle spalle di Areni. Certo, il direttore artistico ci ha messo del suo. Zinzi però non può fare Ponzio Pilato. La Provincia ha gestito malissimo e con poca trasparenza tutte le fasi della kermesse. Dall’inizio alla fine. Quest’anno sono stati venduti 2384 biglietti per otto serate. L’anno scorso invece per 7 serate sono stati staccati la bellezza di 4454 tagliandi. Eppure l’edizione 2014 è costata 100mila euro in più per il cachet agli artisti. Un risultato catastrofico. Per non parlare della gestione amministrativa coperta da una lunga coltre di ombre. Il festival (ci) è costato 500mila euro tra finanziamenti regionali e provinciali. E finora i cittadini-contribuenti non sanno ancora come è stato speso questo fiume di soldi pubblici. Sull’albo pretorio della Provincia sono state pubblicate solo alcune “voci”. Caro presidente Zinzi, ci consenta una domanda: quando presenterà il conto “capitolo per capitolo” dei costi del Settembre al Borgo? O forse ha qualcosa da nascondere?

Mario De Michele

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