E’ rientrata a Citerna in Umbria, dopo un restauro durato sette anni, la Madonna con Bambino in terracotta policroma di Donatello, risalente ai primi anni del Quattrocento. La giovane Madonna dal volto delicato che tiene in braccio un Bambino d’argento vivo, si trovava da tempo immemorabile e ignorata nella Chiesa di San Francesco a Citerna, dove e’ stata scoperta nel 2001 e dove e’ tornata definitivamente, esposta all’interno di una piccola cappella.

Un ambiente raccolto che ne permette la visione ravvicinata, cosi’ come era in origine per questa scultura devozionale. Il restauro – condotto dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze su incarico del Comune di Citerna, della Diocesi di Citta’ di Castello e della Parrocchia di San Michele e San Francesco in Citerna – ha confermato l’attribuzione a Donatello e ha recuperato la preziosa policromia originale quattrocentesca, ancora esistente sotto vari strati di grezze ridipinture di epoche diverse, permettendo di vedere di nuovo la superba modellazione della scultura. Sempre dal restauro e’ emerso che la Madonna di Citerna non e’ una copia ricavata da uno stampo, come per altre Madonne di Donatello e Brunelleschi destinate al culto privato, ma una scultura modellata direttamente in un unico blocco di argilla a tutto tondo. E proprio un certo modo di lavorare l’argilla, osservata sia nella Madonna di Citerna che in altre opere di Donatello restaurate dall’Opificio, come scrive in catalogo Rosanna Moradei, e’ uno degli elementi che confermano la mano del grande artista. Siamo di fronte, dunque, ad un’opera che riapre il dibattitto sulle origini di questo grande artista e gli inizi del Rinascimento. In questo antico borgo dell’Umbria, che domina dall’alto la Val Tiberina, al confine con la Toscana e a soli due chilometri dalla Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi, sono state scoperte, a distanza di pochi anni l’una dall’altra, due straordinarie sculture rinascimentali di Madonna con Bambino in terracotta policroma: una di Donatello e l’altra di Luca della Robbia il Giovane. Era il 2001, quando la giovane studiosa Laura Ciferri, intenta a catalogare la scultura in terracotta fra il secolo XV e il secolo XVI in Umbria, entrando nella chiesa di San Francesco a Citerna, fu colpita nel vedere una bella Madonna con Bambino, appoggiata su una mensola, al di sopra del coro ligneo. La studiosa capi’ di trovarsi di fronte ad un’opera diversa dalle altre censite fino a quel momento: la notevole volumetria e la delicatezza dei lineamenti dei volti della Madonna e del Bambino, seppur deturpati da ridipinture, facevano pensare a un’opera di grande pregio. Dopo uno studio approfondito, nel 2004, la Madonna di Citerna e’ stata attribuita al giovane Donatello (Laura Ciferri, Corrado Fratini, Giancarlo Gentilini, Alfredo Bellandi, Arturo Carlo Quintavalle), con una datazione riferibile al secondo decennio del Quattrocento, tra il 1415 e il 1420: gli anni della riscoperta della tecnica scultorea in terracotta, che avviene a Firenze proprio ad opera di Donatello e di Filippo Brunelleschi, e che segna l’inizio del Rinascimento. Nel 2005, la Madonna di Citerna, e’ stata trasferita nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, dove ha avuto inizio il restauro. Sotto vari strati di ridipintura, di cui l’ultimo effettuato nel 1839 da tale ”Amato del Citerna”, le restauratrici, Rosanna Moradei e Akiko Nishimura, hanno riportato alla luce la raffinata cromia originale realizzata con materiali preziosi (oro, argento, lapislazzuli e lacche) e con ”una sensibilita’ quasi miniaturistica nella stesura dei colori e della realizzazione delle decorazioni”. Sono cosi’ ritornati visibili i delicati incarnati della Madonna e del Bambino; i capelli realizzati con la foglia d’oro; l’elegante bordo dorato e punzonato con tralci vegetali delle vesti della Vergine; il verde blu, che copriva il manto della Madonna, ha lasciato il posto a un broccato bianco con decorazioni in oro che rappresentano delle corone gigliate, inserite in un cerchio dorato con otto punte e motivi floreali; la veste rosso lacca della Madonna si e’ rivelata ricoperta di disegni, sempre in oro, con piume inserite in delle losanghe, forse un’allusione alla casata dell’ignoto committente dell’opera. Tra i piu’ importanti esempi di scultura policroma degli inizi del Quattrocento, ancora legata al mondo tardo Gotico, la Madonna di Citerna s’inserisce in quella categoria di opere devozionali destinate ad ambienti di culto ecclesiastici o alla devozione religiosa familiare all’interno di case patrizie come suggeriscono le dimensioni e il peso abbastanza esiguo, 114 cm x 58 Kg circa. Il gruppo scultoreo e’ a figura intera ed e’ foggiato direttamente in argilla a tutto tondo; sul fronte la modellazione del manto e’ ricca e accurata nei panneggi e nei particolari figurativi. La perdita della policromia nella fascia inferiore dell’opera ha messo in evidenza i segni della lavorazione della terracotta al di sotto della preparazione. Sempre a Citerna, nella chiesa di San Michele Arcangelo ma proveniente dalla chiesa di San Francesco, dove sara’ collocata a breve, e’ stata scoperta un’altra a Madonna con Bambino attribuita a Luca della Robbia ”Il Giovane”. Bellissima nella maturita’ dei suoi anni, la Madonna sorregge il piccolo Gesu’ che ci guarda con uno sguardo tenerissimo. Le rotondita’ dei fianchi della Vergine non ricordano piu’ le esili figure del Quattrocento e mostrano una maggiore comprensione dell’anatomia e dell’arte antica. Individuata dalle restauratrici dell’Opificio delle Pietre Dure durante un sopralluogo nel 2005 a Citerna, l’opera, in terracotta invetriata e policroma, e’ stata poi restaurata dal Settore di Restauro dei Materiali Ceramici e Plastici dell’Opificio. La scultura che era stata ridipinta pesantemente nell’Ottocento e veniva descritta da una targhetta a lato dell’altare come ”un’opera popolare di scarso valore”, si e’ rivelata, invece, una bellissima Madonna con Bambino della bottega robbiana.

 

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