Le contestazioni e i fischi rivolti ieri sera ad Adriano Celentano erano “assolutamente pilotate”: parola di Gianni Morandi il giorno dopo la finale che ha visto il Molleggiato sul palco dell’Ariston. “Abbiamo mandato una persona in galleria e c’erano tre-quattro persone che sistematicamente fischiavano
– ha raccontato Morandi -, con uno schema preciso. Era tutto organizzato, non so da chi, ma lo era. E’ impossibile che all’Ariston succeda una cosa del genere, non l’ho mai visto in tanti anni di festival. Era un’operazione troppo mirata”. Quelle di Morandi sono accuse generiche mentre ieri sera Claudia Mori ha accusato il consigliere di amministrazione Rai Antonio Verro di aver organizzato lui la contestazione in un festival in cui il rapporto tra il Molleggiato e il vertice di Viale Mazzini non è stato semplicissimo. “L’accusa di Claudia Mori è talmente enorme che avrebbe bisogno di prove”, dice il direttore di Rai1 Mauro Mazza. “Credo che Claudia si sia innervosita e se la sia presa con la prima persona presente della Rai”, aggiunge Morandi. “Non penso proprio – ha detto ancora – che Verro abbia chiamato delle persone e che abbia chiesto loro di andare a contestare Celentano”. Ma oggi è anche Verro a dire la sua. “E’ paradossale che da una parte si invochi la libertà di potersi esprimere e dall’altra si utilizzi il grande palcoscenico della tv per scopi personali. Credo sia normale che una parte del pubblico, me compreso, non apprezzi e voglia dissociarsi e protestare”. “Anche i grandi predicatori televisivi devono comprendere, in questi casi, che la libertà è un qualcosa che prima di pretendere per se stessi è necessario garantire anche agli altri”, conclude Verro. Predicatore? “Celentano non è Cacciari, non è Sgalambro, é un cantante che vuole esprimere le sue opinioni e subordina la sua presenza in tv alla possibilità di esprimerle. La Rai gli ha dato questa possibilità e Celentano si è preso la sua libertà, a tratti licenza”: è la valutazione del direttore di Rai1 Mauro Mazza mentre il prossimo consiglio d’amministrazione tornerà probabilmente a parlare del tema. “Capisco la posizione del presidente Garimberti – dice ancora Mazza – perché con l’insistenza sulle testate cattoliche Celentano è stato antipatico, stridente con il livello artistico del personaggio. Garimberti dice che Celentano è stato fuori contesto, io dico che da 50 anni è fuori contesto e questo lo rende diverso e unico nel panorama artistico”. Però il direttore di Rai1 dice di comprendere “anche le valutazioni a caldo, positive, arrivate da ambienti della Rai, immagino autorevoli, su questa esibizione. Sono convinto che Celentano abbia cercato di spiegarsi, lo ha fatto alla sua maniera, non ha inveito, ha provato a spiegarsi dopo le polemiche che aveva scatenato. Mi è sembrato un intervento di un parrocchiano a una riunione diocesana, un ragionamento elementare, basico, da credente e va valutato in questi termini”. “Le parole di Celentano – ha assicurato il direttore di Rai1 – sono state frutto di un lavorio tra un’esibizione e l’altra, fatto vis-a-vis da chi era a Sanremo, ma anche da lontano da chi gli ha fatto arrivare l’invito al buon senso. Inviti che permetteranno all’artista di aiutare famiglie in difficoltà. Sarebbe stato un peccato intaccare il compenso per eventuali violazioni contrattuali”. Mazza è convinto che “tra pochissime ore delle parole di Celentano, dei suoi sermoncini, delle sue prediche non resterà più traccia, se non nelle Teche. Resterà l’emozione che ha saputo suscitare quando esercita il suo mestiere, quando canta, resterà l’emozione grandissima del duetto con Gianni Morandi”.