E’ morto a Firenze il direttore d’orchestra Bruno Bartoletti. Nato a Sesto Fiorentino nel 1926 ha trascorso la sua lunga carriera tra l’Italia e gli Usa dove e’ stato per molti anni direttore artistico del Lyric Opera House di Chicago.

Considerato uno specialista della musica del Novecento, in particolare per la sua interpretazione di opere di Britten e Puccini, e’ stato direttore stabile a Firenze, Roma e Copenhagen e direttore artistico del Maggio Musicale Fiorentino. Bartoletti, morto proprio alla vigilia del suo 87/o compleanno, e’ stato sul podio fino a quando le forze e l’eta’ glielo hanno consentito. Tra gli ultimi impegni di Bartoletti la Manon Lescaut di Puccini nel 2011 al Maggio musicale fiorentino ma il suo nome era anche nel cartellone 2012 della stagione del Teatro Massimo di Palermo. Il suo legame con gli Usa risale agli anni Sessanta: nel 1964 fu stato nominato direttore stabile e artistico della Opera House di Chicago, carica che non ha mai lasciato fino alla fine. Il suo debutto a Firenze nel 1953 con Rigoletto: ma al Maggio Musicale Fiorentino il suo nome e’ legato soprattutto per le tante direzioni sinfoniche e operistiche di compositori tra Ottocento e Novecento, fra cui Hindemith, Britten, Berg, Weill, Henze, Sostakovic, Berio e, ovviamente, l’adorato Puccini. Sua una storica incisione del Trittico con Mirella Freni e Leo Nucci. Tra le prime esecuzioni, ”Napoli milionaria” di Rota a Spoleto e ”The Paradise Lost” di Penderecki. Per gli allestimenti operistici ha collaborato in particolare con Liliana Cavani per ”Wozzeck” e ”Cardillac”. Nonostante la cifra internazionale della sua carriera e’ rimasto sempre legato a Firenze e al lungo periodo della sua direzione artistica del Maggio Musicale Fiorentino dal 1985 al 1991, anche durante il periodo della sovrintendenza di Massimo Bogianckino. E delle sorti del festival fiorentino, oggi in forte crisi, si e’ occupato fino alla fine con interviste ed interventi particolarmente pungenti e critici nei confronti della gestione degli ultimi anni del Maggio e della sua fondazione. Proprio negli scorsi giorni, insieme ad altri intellettuali fiorentini, stava lavorando ad un appello per ”salvare” il Maggio e contro la sua ”liquidazione”.

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