A due anni e mezzo di distanza dal successo targato ‘Controcultura’, Fabri Fibra è pronto a tornare in scena con un nuovo album la cui uscita è prevista per il 5 febbraio. Il titolo del lavoro firmato dal rapper s’intitola ‘Guerra e pace’ e racconta a modo suo e in rigoroso ritmo di rap, se stesso e la situazione italiana attuale.
“Sono testi e rime scritte in guerra e in pace con me stesso – ha raccontato il rapper negli uffici della sua casa discografica – attraverso una sorta di equilibrio tra il bene e il male, dosando entrambi gli ingredienti, come credo a tutti capiti di provare. Se sei uno sportivo sfoghi il lato negativo nell’agonismo, se sei un pittore nei dipinti e se fai il musicista usi le note e la scrittura”. Da ‘Bisogna scrivere’ a ‘Dagli sbagli s’imparà, nella quale ha partecipato come ospite anche Elisa, Fabri Fibra ha raccolto un totale di diciotto brani figli anche dell’esperienza live. “L’imput per tutto il disco – conferma – è arrivato alla fine del tour dedicato all’album precedente, che dopo quindici mesi di rap futuristico nei club italiani mi ha portato alla decisione di fare un disco più personale e più critico”. Portavoce del Fibra pensiero sono anche le rime della nuova ‘Non credo nei media’, rivisitazione di un messaggio già più volte utilizzato in passato da diversi suoi colleghi, anche internazionali.
“E un motto classico del rap – sottolinea- e già gli Onda Rossa Posse lo cantavano in ‘Categoria a rischio’, che poi è stata anche una delle prime canzoni rap che ho ascoltato. Questa è la mia versione e mi piacerebbe pensare che i media un domani potranno capire sul serio cos’é il rap italiano, perché oggi mi pare che tutti ne vogliono parlare, quasi fossero obbligati a farlo, ma nessuno ha capito cos’é”. Da ‘Che tempi’ a ‘Pronti, partenza, via’, singolo che ha anticipato l’album al completo, Fibra parla anche dell’attualità italiana. “Racconto quell’Italia che non parte mai – dice il rapper che all’anagrafe risponde al nome di Fabrizio Tarducci – e dove capita spesso che ci vengano raccontate grandi prospettive di un cambiamento che invece non arriva mai. Basta guardare la cronaca di questi giorni e i comportamenti di tanti politici italiani. Questo non è un paese negativo ma un paese arrabbiato perché la gente non ha opportunità”.