Minuti di intensa partecipazione nel teatro Ariston quando le parole – queste pesanti come macigni – sono state solo contro la violenza sulle donne, contro il femminicidio. Per alcuni minuti, il Festival di Sanremo, la canzone, il gossip, le critiche o gli entusiasmi per questo o quel cantante in gara si sono fatti da parte, lo spazio era tutto per un messaggio importante nel giorno di San Valentino, per tradizione considerato il giorno dell’amore.

Parole affidate a Luciana Littizzetto, con un monologo, decisamente lungo ma doveva esserlo, perche’ di grande spessore per i contenuti espressi, fondati sui diritti in genere e sulla richiesta di rispetto verso le donne. San Valentino “e’ la festa dell’amore, declinato in tutte le sue forme. L’amore delle persone che si amano. Anche delle donne che amano le donne e degli uomini che amano gli uomini. Ma che ci interessa quello che fanno a letto…L’importante e’ che le persone si vogliano bene, solo questo conta…Pensa che bello sarebbe vivere in un Paese dove tutti i diritti fossero riconosciuti. Ma non solo i diritti dei soldi. Quelli dell’anima. Quelli che mi dicono che posso vegliare la persona che ho amato per anni in un letto d’ospedale senza nessuno che mi cacci via perche’ non siamo parenti. E poi vorremmo un San Valentino dove nessun uomo per farci i complimenti dicesse che siamo donne con le palle. Dirci che siamo donne con le palle non è un complimento. Non le vogliamo. Abbiamo gia’ le tette. Tra l’altro sono due e sferiche anche quelle. Vogliamo solo rispetto”. E qui e’ entrata la parte tutta incentrata sul no alla violenza.

“In Italia in media ogni due o tre giorni un uomo uccide una donna, compagna, figlia, amante, sorella, ex. Magari in famiglia. Perche’ non e’ che la famiglia sia sempre, per forza, quel luogo magico in cui tutto e’ amore. La uccide perche’ la considera una sua proprieta’. Perche’ non concepisce che una donna appartenga a se stessa, sia libera di vivere come vuole lei e persino di innamorarsi di un altro.. E noi che siamo ingenue spesso scambiamo tutto per amore, ma l’amore con la violenza e le botte non c’entrano un tubo. L’amore, con gli schiaffi e i pugni c’entra come la liberta’ con la prigione. Noi a Torino, che risentiamo della nobilta’ reale, diciamo che e’ come passare dal risotto alla merda”. E infine, “Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Salviamolo nell’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene. Allora ci ama MALE. Non e’ questo l’amore. Un uomo che ci picchia e’ uno stronzo. Sempre. E dobbiamo capirlo subito. Al primo schiaffo. Perche’ tanto arrivea’ anche il secondo, e poi un terzo e un quarto. L’amore rende felici e riempie il cuore, non rompe costole e non lascia lividi sulla faccia…Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No. Ne abbiamo una sola. Non buttiamola via”. Standing ovation dell’Ariston.

 

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