“Non è un film di facile descrizione: comprende tante cose, una Roma vuota, in cui il vuoto della città riflette anche il vuoto di molti personaggi che vi si agitano dentro e quindi porta con sé un’assenza di senso… Ma al tempo stesso alcuni di questi personaggi del film alla fine sono salvati anche dal fatto che praticano quella meravigliosa attività che ha a che fare con l’arte e quindi consente di avere uno scatto di fantasia laddove la realtà è spesso incomprensibile”.
Paolo Sorrentino, ospite con Carlo Verdone di Fabio Fazio stasera a Che tempo che fa, parla così del suo film forse più ambizioso, ‘La grande bellezza’, che passa il 21 maggio in concorso al Festival di Cannes. Nel maxi cast Toni Servillo e lo stesso Verdone. ‘La grande bellezza’, sottolinea, “non vuole essere un resoconto alla lettera, realistico di Roma, ma piuttosto un tentativo di inventarla. Perché spesso inventando si finisce con il restituire qualcosa di reale”. Il regista analizza quindi le notti romane: “La notte, intesa come la intendono i protagonisti del film, con riti sociali molto esasperati, con grande afflusso di mondanità, ha molto del patetico, ma poi da un momento all’altro la notte diventa alba e dal patetico si passa al sublime, perché l’alba a Roma può essere l’apice del sublime”. Per Carlo Verdone ‘La grande bellezza ”é un mirabile affresco su Roma che Paolo ha fatto non da regista ma da grande artista, con un suo personale punto di vista un po’ psichedelico ma anche mistico… Un grande affresco tra sacro e profano, misticismo, moralita e amoralità”.