Da Napoli a Parigi: l’Antigone riscritta da Valeria Parrella, e interpretata da Gaia Aprea, con la regia di Luca De Fusco – una produzione del Teatro Stabile di Napoli Mercadante e di Fondazione Campania dei Festival – approda al Theatre de Chaillot per tre rappresentazioni, da questa sera fino a venerdì.
Per l’occasione l’ambasciatore d’Italia, Giandomenico Magliano, ha ospitato ieri in ambasciata la troupe di De Fusco, (che è anche il direttore del Teatro Mercadante), e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, per un incontro in presenza di intellettuali e personalità del mondo della cultura d’Oltralpe. Mentre stamani la direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Marina Valensise, ha organizzato una conferenza stampa di presentazione dell’evento a cui hanno partecipato il sindaco Luigi de Magistris, Adriano Giannola, presidente Cda del Teatro stabile Mercadante, Luca De Fusco, Valeria Parrella e Gaia Aprea. “Napoli sta cercando di costruirsi in modo forte un ruolo internazionale – spiega De Magistris -. E’ importante raccontare un’altra Napoli perchè nel mondo emerge sempre un’immagine distorta, piena di pregiudizi. Napoli non è solo degrado, non è solo pizza e mandolino, non è solo folclore: è una grande città industriale, una città piena di cultura ed è anche la città d’Europa con il più grande numero di giovani”. E ancora: “E’ una città complessa con i suoi problemi ma anche le sue grandi ricchezze e opportunità”. E aggiunge: “La cultura può essere uno dei punti fondanti da cui partire per creare produzione, lavoro, economia. Cultura e bellezza possono diventare il nuovo Pil”. Secondo De Magistris, “un Paese che non investe in cultura, ricerca, formazione, scuola e università è un Paese che rischia di morire. L’Italia deve ripartire proprio dalla preservazione e valorizzazione della sua richezza principale che è il patrimonio culturale”. Luca de Fusco ricorda che “Napoli è un marchio internazionale” ed è, insieme a Venezia, “la culla del teatro italiano”. Nell’Antigone di Valeria Parrella, il conflitto originario tra legge e coscienza diventa una riflessione sull’eutanasia e la libertà dell’individuo. “Circa 2500 anni dopo – conclude la Parrella – il testo di Soflocle è estremente attuale”.