“E’ vero che le società del Gruppo Coppola, peraltro non amministrate da Cristiana Coppola, per la grave crisi finanziaria che si sono trovate ad affrontare in tempi strettissimi, hanno temporaneamente sforato in passato,

gli affidamenti bancari concessi. Ma è altrettanto vero che tali sforamenti sono stati a suo tempo regolamentati in accordo con l’Istituto di Credito, garantiti anche da fideiussioni personali rilasciate da tutti i componenti della famiglia”. Così il gruppo campano replica all’Espresso che nella sua edizione online ha oggi parlato di un prestito di 27 milioni di euro ottenuto in modo irregolare da una filiale di Banca Intesa a Napoli. “In questo contesto – si legge in una nota – parlare di illeciti finanziamenti o di finanziamento occulto non può che rispondere a logiche certamente diverse da quelle che dovrebbero sottintendere una corretta e documentata informazione”. In conclusione, “l’affermazione non risponde al vero ed espone chi l’ha divulgata alle responsabilità conseguenti”.

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