CASERTA – Più luci che ombre nel nuovo atto aziendale dell’Asl Caserta. La Cisl ha diramato un lungo documento in cui evidenzia tutte le criticità dell’atto preparato dall’azienda sanitaria di Terra Di Lavoro. Durrisimo l’affondo che si legge in premessa: “È stato predisposto solo un lavoro di rilevazione dell’esistente, senza alcuna visione prospettica dei servizi”.

 

 

RILIEVI ATTO AZIENDALE ASL CASERTA

 

 

PREMESSA

 

La riforma sanitaria emanata con i Decreti legislativi 502 del 92 e 229 del 99, ha introdotto in modo radicale e definitivo i concetti e la filosofia dell’aziendalizzazione anche in ambito sanitario a prevalente gestione pubblica.

Si è passati  dalle Unità Sanitarie Locali alle Aziende Sanitarie Locali, si è superato definitivamente il concetto di pagamento a piè di lista delle prestazioni sanitarie erogate ed è stata introdotta la gestione per budget dei processi.

Tutto questo ha determinato la preventiva programmazione, con relative risorse, delle prestazioni da erogare si nelle strutture ospedaliere che in ambito territoriale.

Nonostante ciò il sistema salute continua a non essere sostenibile. Negli ultimi anni si sono susseguiti pesanti tagli camuffati da razionalizzazioni. La regione Campania, sottoposta ad un drastico piano di rientro dal debito sanitario, è stata ed è tutt’ora commissariata dal governo centrale.

Dopo una lunga serie di decreti regionali di riorganizzazione e ripetiamo di forti tagli, è stato chiesto alle aziende sanitarie regionali della Campania la riscrittura del proprio atto aziendale.

Le linee guida regionali in materia sono vere e proprie imposizioni commissariali, null’altro che la riproposizione organica dei precedenti Decreti, aggravati dalle ultime disposizioni del Decreto Balduzzi.

Una proposta di atto aziendale, come quella che è stata elaborata dalla ASL di Caserta, con una simile situazione di cornice, appare francamente priva di ogni prospettiva di sviluppo e di reale presa in carico del cittadino utente.

È stato predisposto solo un lavoro di rilevazione dell’esistente, senza alcuna visione prospettica dei servizi.

Nel dettaglio si ritiene che indipendentemente dai tagli alla complessità o meno delle strutture organizzative di erogazione di servizi, l’atto aziendale debba necessariamente prevedere la presenza di Servizi minimi indispensabile a garantire i LEA in tutte le macrostrutture sanitarie sia esse ospedaliere che territoriali.

 

 

 

DISTRETTI SANITARI

Si rileva una forte riduzione, anche del 50%, delle strutture territoriali minime previste per nei dodici Distretti Sanitari della ASL di Caserta.

In particolare notiamo che si prevedono solo cinque Servizi per ADI (Servizio di Assistenza Domiciliare), cinque per il Servizio di  Medicina Legale, nove  il Servizio di Riabilitazione, nove quelle di Assistenza Sanitaria di Base, cinque per l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, cinque Sert e 9 UOSM e quattro UOMI

Rete Oncologica

Dalla lettura dell’atto si evince una forte sottostima della rete oncologica., nonostante tutti gli indicatori epidemiologici mostrano una forte crescita di patologie neoplastiche. Mancano i posti letto previsti dal decreto 49, manca una chiara politica di integrazione ospedale territorio, mancano servizi ambulatoriali capillari su tutto il territorio dell’ASL.

In quest’ottica va prevista una più forte integrazione e collaborazione  con il Servizio epidemiologico e del Registro tumori

Rete anziani e cure domiciliari

Mancano nell’atto aziendale segnali forti di sviluppo dei servizi per anziani e disabili.

Bisogna sviluppare in tutti i distretti sanitari i Centri ambulatoriali  per assistenza Alzheimer, per assistenza endocrinologia e reumatologica. Vanni potenziati i centri diurni e residenziali.

Area della Riabilitazione

Per quanto riguarda questa area sarebbe opportuno, vista la complessità e la articolata funzionalità, prevedere la costituzione di un’area dipartimentale specifica con all’interno due strutture complesse di cui una di riabilitazione e l’altra della protesica, visto il notevole impegno di spesa che quest’area incide sui costi dell’azienda. Strutture complesse che si possono ricavare dalla soppressione delle strutture UOC Patrimonio e UOC di Coordinamento Amministrativo dei distretti sanitari di Base.

Dipartimento SERT

Discorso a parte va fatto per le attività territoriali legate alle tossicodipendenze ( dipartimento SERT), dove si rileva una forte concentrazione di strutture complesse nelle aree di Aversa, Caserta e Marcianise, mentre si è deciso di dismettere e ridurre l’assistenza erogata dal SERT di Maddaloni (struttura prima complessa, poi semplice e adesso declassata ad attività ambulatoriali), e al territorio di Sessa, Teano e Piedimonte Matese confluite in un’unica struttura complessa insufficiente per un ampio territorio. Sempre nell’ambito del dipartimento delle tossico dipendenze, si registra la soppressione, assolutamente non condivisa, dell’importante Servizio Mobile di assistenza alla tossicodipendenza, già precedentemente declassata da unità operativa complessa a unità operativa semplice dipartimentale, nonostante che nel piano sanitario regionale 2011/13 è prevista una Unità mobile come da decreto commissariale n.18 del 18.02.2013 al punto 16.10.

 

 

Dipartimento di salute mentale

Sempre in tema di prevenzione, cura e riabilitazione di patologie legate al disagio sociale e mentale (Dipartimento di Salute Mentale) si riscontra che non si è utilizzato lo stesso metro di misura adottato per il SERT, ma viceversa in questo dipartimento si contano decine di strutture complesse e semplici che benissimo potrebbero essere rimodulate e razionalizzate sull’effettivo bisogno degli utenti, come ad esempio no si capisce quale logica istituisce la U.O.C. di San Cipriano di Aversa vicinissima a quella di Aversa anch’essa complessa e viceversa, si accorpano quelle di Capua e Santa Maria.

 

Dipartimento di prevenzione

 

Nell’ambito del dipartimento di prevenzione si propone  quanto segue:

–       All’area dell’igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro dovrebbe afferire una terza unita operativa relativa alla sicurezza impiantistica.

–       Occorre incrementare le UU.OO. di prevenzione nei luoghi di lavoro (UOPLL) distrettuali, che devono concorrere anch’esse funzionalmente alle UOV e UOPC, allo sviluppo territoriale dei servizi dipartimentali afferenti alle tre aree individuate.

–       Stante la complessa azione multidisciplinare, dell’attività della rea della prevenzione nonché l’elevato fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali presenti sul nostro territorio comprendente competenze di natura medica e tecnico professionale, appare indispensabile individuare l’area di coordinamento al fine di realizzare una interlocuzione unica e coordinata con le competenti autorità giudiziaria, così come già fatto per l’area veterinaria.

 

Dipartimento materno infantile

Il modello organizzativo proposto prevede una UOSD Nido per il Presidio Ospedaliero di Maddaloni/ Marcianise. Alla stessa maniera chiediamo che tale servizio UOSD sia previsto anche negli altri Ospedali della rete provinciale ASL ( Aversa, Piedimonte Matese, Sessa Aurunca).

Per quanto riguarda la UOC Coordinamento Materno Infantile, prevedere chiaramente la presenza di Unità operative UOMI nei distretti 12,13 e 16, in modo da garantire i servizi e le attività.

 

Area Ospedaliera

 

In ambito Ospedaliero la proposta di dipartimentalizzazione orizzontale (tra più presidi) non risponde a logiche di efficacia e di efficienza, si devono riproporre dipartimenti funzionali verticali per ogni singolo Ospedale.

A tale proposta manca del tutto la previsione delle dotazioni organiche essenziali e congrue a sostenere l’assistenza. Inoltre sono carenti il numero dei posti letto come previsto dal decreto 49 e 46 su cui programmare le risorse e le prestazioni.

Ancora, non si condivide la previsione di due dipartimenti dei Servizi (dipartimento dei laboratori e dipartimento Radiologie e Servizi di anestesia e rianimazione), a nostro avviso strutture doppioni che comportano sprechi e diseconomie gestionali e non favoriscono alcuna integrazione.

Non si comprendono, inoltre con quali criteri si sono definite le strutture semplici, semplici dipartimentali e complesse. Ad esempio per le radiologie si nota che alcune (quella di Aversa e Maddaloni/Marcianise) sono strutture complesse mentre altre son declassate  (Piedimonte, Sessa e Santa maria C.V.). stesso discorso per i laboratori di analisi, al di la del fatto che alcuni sono stato chiusi, altri sono stati declassati (sempre: Piedimonte, Sessa e Santa Maria C.V.). Stessa sorte è capitata alle Unità Operative di Anestesia  e Rianimazione, complesse quelle di Aversa e Maddaloni/Marcianise e declassate quelle di Piedimonte, Sessa e Santa Maria C.V.). Sempre sulla stessa linea, non si capisce perché la Cardiologia con UTIC di Santa Maria Capua Vetere è stata declassata, mentre le altre sono rimaste complesse. Stessa cosa si rileva nell’ambito del Dipartimento Integrato delle emergenze, dove il Pronto soccorso di Aversa è considerato struttura Complessa, mentre tutti gli altri Pronto Soccorsi vengono declassati a semplici Servizi. Nello stesso dipartimento non si rilevano più i servizi di emergenza e urgenza  territoriali i cosiddetti PSAUT (di Teano, San Felice e Capua). Strutture essenziali di prima emergenza per garantire territori ormai sprovvisti delle tradizionali strutture di Pronto Soccorso.

Sempre nell’ambito della rimodulazione dei servizi ospedalieri non si comprende come l’unità operativa UOSD di Gastroenterologia, contrariamente a quanto previsto dal decreto 49, è stata collocata nel Presidio di Santa Maria C.V., nonostante i positivi riscontri in termini di produttività e di utenza rilevati nell’ambito del territorio dell’Agro Aversano.

Manca, inoltre, nell’atto aziendale la struttura complessa di Riabilitazione, prevista dal decreto 49 nella struttura ospedaliera di San Felice a Cancello, e il Servizio Hospice, deliberato dalla struttura regionale, sempre nella stessa struttura.

 

Sanità Penitenziaria

La delibera aziendale 1243 del 13.07.2011 inerente il piano dell’offerta del Servizio aziendale per la tutela della salute in carcere, istituiva quale struttura complessa la Medicina Penitenziaria dell’Istituto Carcerario di Santa Maria C.V.. Oggi si nota un declassamento di tale Servizio nonostante le norme regionali in vigore  prevedano che le strutture carcerarie con più di 500 detenuti (e questo è il caso di quella di Santa Maria C.V.) siano configurate come strutture complesse con propria autonomia organizzativa e gestionale, visto anche le articolate e complesse attività erogate.

Servizi di Staff al Direttore Generale

 

In questa area è opportuno prevedere:

–       Il Servizio delle professioni Sanitarie ;

–       la UOC Formazione aziendale, in quanto strategica ed essenziale a qualsiasi obiettivo di miglioramento e rimodulazione organizzativa e clinica.

Infine, tutti i regolamenti attuativi, dipartimentali, dei servizi ecc.., allegati all’atto aziendale, vanno estrapolati dall’atto e  riproposti in un successivo deliberato, previa confronto con le Organizzazioni sindacali. Detti regolamenti, proposti in alcuni casi in contrasto con le norme di legge (vedi il regolamento sull’accesso agli atti), vanno attentamente valutati e modificati in separata sede di confronto.

 

In conclusione, dalla lettura dell’atto si evidenzia  l’impossibilità a definire chiaramente ruoli, competenze,  ambiti e responsabilità dei diversi livelli aziendali  in una ottica di integrazione, evitando il rischio di conflitti tra direzioni di Servizi di Staff, di Coordinamenti d’area, di direttori sanitari di distretto, di direttori di dipartimenti e di direttori di Ospedali.

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