“È necessario rimettere ordine nel variegato universo della precarietà, perché bisogna dare una prospettiva di futuro ai giovani che ora manca. I diritti e le garanzie non esistono più, specie nel settore dei beni culturali. Vado spesso nei musei, e non vedo stabilità nell’organizzazione del lavoro. Vedo tanti giovani che piangono perché sanno che il loro lavoro è a termine e dopo saranno sostituiti da altri. Le riforme non possono non tener conto di quest’aspetto”. Così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, intervenuta al convegno “Reggia e dintorni. Occasione di sviluppo” tenutosi alla Reggia di Caserta e organizzato dalla Cgil Funzione Pubblica. “A Caserta e in provincia non si fa rete attorno ai beni culturali – prosegue la Camusso – mentre possono essere un enorme fonte di guadagno. In questo territorio non c’è un’efficiente risposta alberghiera, né trasporti all’altezza, penso soprattutto a quelli ferroviari. Ma è un problema che riguarda tutto il Mezzogiorno, per il cui rilancio servirebbe un importante piano di investimenti pubblici che preveda quali infrastrutture realizzare. Solo così si potrà ridurre con il Nord. Ma ripeto, è necessario puntare su poche infrastrutture, finanziate con fondi certi. Ci vuole soprattutto un’idea di futuro”. Durante il convegno il presidente della Camera di Commercio di Caserta Tommaso De Simone ha ricordato che “il 75% delle aziende casertane sono imprese individuali”; partendo da questo dato la Camusso ha sottolineato che “in questo Paese e in questo territorio ognuno fa per sé, ma non è questa la risposta giusta se si vuole attrarre i turisti”; la segretaria della Cgil ha poi evidenziato quanto sarebbe importante “riportare la storia dell’arte tra le materie scolastiche”. La Camusso è tornata infine sull’argomento dei due referendum abrogativi sul lavoro promossi dalla Cgil. “Sono molto importanti perché vanno nella direzione di arginare la precarietà: quello sui voucher, che vanno aboliti, e quello sugli appalti, affinchè torni ad essere vigente la responsabilità delle stazioni appaltanti anche sui subappalti che oggi sfuggono ad ogni controllo, con imprese che nascono per prendere subappalti e puoi muoiono lasciando i dipendenti senza stipendio e senza tutela”.