La Cgil di Caserta, in linea con le proposte del sindacato, al centro della manifestazione del prossimo 25 ottobre, si prepara all’evento, ribadendo la necessità che il Governo affronti una volta per tutte la difficile situazione del lavoro, e che, soprattutto in provincia di Caserta, crei le condizioni giuste, alle grandi imprese, affinché possano fare investimenti sul nostro territorio e non siano costrette a darsi alla fuga. “Circa 100 assemblee – si legge in una nota, svolte tra i lavoratori, i pensionati, i giovani, gli studenti, i disoccupati, in preparazione dell’evento, stanno mettendo in luce una situazione che diventa sempre più insostenibile. Nella nostra provincia le crisi sono all’ordine del giorno: la stragrande maggioranza delle aziende versa in condizioni di forte precarietà, ma nessun settore resta immune dalle difficoltà: l’edilizia ha subito gravi perdite in termini di attività, il settore agroalimentare non vede investimenti in termini di innovazione che possano rilanciare la produzione, i beni culturali versano sempre più in situazioni di degrado e appaiono progressivamente fatiscenti. Purtroppo a causa dei tagli alla spesa pubblica non si prospettano miglioramenti e di questo risente in maniera tutt’altro che superficiale ogni settore, soprattutto quello turistico e quello commerciale. Anche in provincia di Caserta molti Comuni sono in dissesto o in pre-dissesto finanziario, ciò, unito ai tagli alla spesa pubblica effettuati a livello regionale, fa si che i provvedimenti in materia di sanità, welfare e politiche sociali siano sempre a discapito dei cittadini, dei lavoratori e dei pensionati, che hanno sempre più tasse da pagare e meno servizi di cui usufruire. Di contro ad un siffatto stato di cose, il governo propone politiche che ripresentano i tagli lineari, la riduzione del welfare, l’impoverimento delle pensioni medio basse che non aiuteranno la ripresa economica. Così, allo stesso tempo, è inadeguata la riforma della Pubblica Amministrazione, che presenta politiche che contraddicono la stessa impostazione di cambiamento con cui si era presentato il governo. La Cgil dunque, ribadisce che non sarà con lo “scalpo” dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici – il tanto discusso Articolo 18 – che l’Italia determinerà un cambio delle politiche europee, anzi le avvalorerà. Poiché si chiede di non tagliare i diritti a chi li ha per darli a chi non ne ha, ma di estendere i diritti sanciti dallo statuto dei lavoratori anche ai precari. La disoccupazione nelle sue drammatiche dimensioni, la disperazione sociale che determina nel Paese, ed ancor più nel mezzogiorno, l’assenza di speranza che costringe tanti giovani all’emigrazione non scelta, al lavoro nero o precario, è la ragione che impone di attuare un piano straordinario per l’occupazione, da finanziarsi con una patrimoniale sulle grandi ricchezze. La lotta all’evasione ed alla corruzione sono la via per abbassare la fiscalità su lavoro e imprese ed finanziare uno strumento universale, monetario e di servizi, di contrasto alla povertà. Il superamento del patto di stabilità interno, selezionando innanzitutto le opere volte al risanamento del territorio, e’ un’altra scelta necessaria per favorire occupazione. Il lavoro al centro di una nuova politica economica si deve tradurre anche in strumenti concreti di distribuzione: dai contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, alla eliminazione della decontribuzione delle ore di straordinario,finalizzandola, invece, all’incentivazione di riduzioni di orario, alla flessibilità senza penalizzazioni dell’uscita pensionistica, per dare l’opportunità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro. L’urgenza del Paese è, dunque, la creazione di posti di lavoro, che non si crea con regole sul mercato del lavoro che non hanno mai determinato e non possono determinare la crescita dell’occupazione, ma con una coerente politica espansiva ed affrontando il tema della diseguaglianza. Sì prevede che saranno in molti, anche dalla provincia di Caserta, coloro che, coi pullman messi a disposizione dei partecipanti, si recheranno in piazza San Giovanni a Roma per far sentire forte la loro voce”.