Alcune decine di lavoratori del settore metalmeccanico hanno manifestato oggi davanti alla prefettura di Caserta nell’ambito dello sciopero generale della categoria proclamato per oggi in provincia per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. In particolare a protestare, oltre i dipendenti delle realtà produttive sul territorio come Whirlpool e Firema (oggi chiamata Tfa), c’erano i lavoratori del bacino di crisi dell’area di Caserta, ovvero ex addetto di importanti aziende del territorio ormai chiuse, come la Finmek, l’Ixfin, la Sirtal, la Costlemar, da anni senza alcuna forma di sostegno al reddito e, sostengono gli interessati, ”di recente esclusi dai corsi di formazione organizzati dalla Regione Campania nonostante fossero inseriti nei cosiddetti Piani di Azione e Coesione, strumenti che con fondi europei sarebbero dovuti servire proprio a ricollocare tali lavoratori”. “Questa giornata di sciopero – spiega la segretaria generale della Cgil di Caserta Camilla Bernabei – oltre a ribadire le difficoltà del rinnovo contrattuale, vuole evidenziare le gravi difficoltà di questa provincia, che nonostante gli annunci, è costretta con amarezza a fare i conti con strumenti messi in campo dalla Regione che non sono a misura delle reali necessità di questo territorio”. “Siamo qui – dice Antonello Accurso, segretario Uilm Caserta – per chiedere equità sul contratto nazionale e alla Regione di mantenere le sue promesse sui lavoratori del bacino di crisi”. “Federmeccanica – spiega Nicodemo Lanzetta, segretario Fim-Cisl di Caserta – vuole aumentare gli stipendi solo ad un 5% dei metalmeccanici a livello nazionale. Ciò crea lavoratori di serie A e B e noi non possiamo accettarlo. Inoltre sulla situazione Caserta denunciamo la mancanza di attenzione da parte della Regione rispetto alle altre province campane e della politica” . “Basta con le passerelle a Caserta – afferma Massimiliano Guglielmi, segretario della Fiom-Cgil di Caserta – vogliamo risposte per questo territorio ormai oggetto di una quasi completa deindustrializzazione. Sulle poche realtà rimaste come Whirlpool e Firema-Tfa la mostra attenzione sarà massima. In Firema ci sono ancora cento lavoratori fuori dell’organico, è le commesse internazionali annunciate dai proprietari indiani non arrivano. Siamo preoccupati” conclude Guglielmi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui